Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la legge che definisce il popolo veneto una “minoranza nazionale” e che, rifacendosi al modello sudtirolese, consentirebbe di poter richiedere il rilascio di un patentino di bilinguismo, aprendo la strada all’insegnamento dell’attuale dialetto anche a scuola anche se questa materia non viene definita dalla norma. Sullo sfondo resta la volontà leghista di indire un referendum che dia maggiori poteri al Veneto.
A febbraio il Consiglio regionale del Veneto aveva stanziato ben due milioni di euro per il referendum consultivo sull’autonomia. A ottobre poi una delibera “secretata” ha stanziato 12 milioni di euro a copertura dei costi organizzativi della consultazione che si aggiungono ai 2 già inclusi nei capitoli ordinari di spesa. Nel complesso, vi sono 14 milioni di euro complessivi a rappresentare una decisione che si figura solamente come un assurdo spreco di fondi pubblici.
“A maggior ragione adesso, a fronte dell’approvazione di questa legge, non possiamo che dirci amareggiati nel constatare come le priorità delle istituzioni siano l’indipendenza e l’autonomia, piuttosto che l’istruzione, il welfare e i giovani” dichiara Rachele Scarpa, coordinatrice regionale della Rete degli Studenti Medi del Veneto.
Enrico Mazzo, coordinatore di Studenti Per UDU Padova, aggiunge: “Pochi giorni fa portavamo in regione le nostre rivendicazioni sulla Legge di Stabilità Regionale e le nostre parole chiave erano ben diverse: diritto studio, mobilità studentesca, edilizia scolastica, borse di studio, alternanza scuola lavoro.”
“E’ evidente” continua Matteo Tacconi, coordinatore dell’UDU Verona “che l’atteggiamento di chi governa il Veneto è quello di vivere instancabilmente in un clima di campagna elettorale, con scarsa attenzione ai problemi reali del nostro territorio, a partire dal Diritto allo Studio”. Non vi è nemmeno il pudore di cercare di non strumentalizzare culture preziosi e fragili, come quella dialettale, con provvedimenti assolutamente non prioritari e populisti.
“Chiediamo con forza che la regione riveda le sue priorità e, anzichè guardare solo al proprio ombelico, si curi per una volta della situazione di quotidiano disagio che gli studenti delle superiori e dell’università affrontano in Veneto.” Conclude Cristina Manzone, coordinatrice dell’UDU Venezia.
Rete degli Studenti Medi Veneto
Unione degli Universitari – Udu Venezia
Unione degli Universitari – Udu Verona
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