lauree-professionalizzantiIl 12 dicembre il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha emanato il decreto ministeriale n. 987 relativo a “Autovalutazione ,valutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari.” . Contemporaneamente, a seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il nuovo Presidente incaricato Gentiloni iniziava le consultazioni per la formazione del nuovo governo, nel quale poi non è stata confermata la sola Sen. Giannini.

Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “È un atto di una gravità inaudita, l’ultimo colpo di coda di un Ministro che si è sempre rivelato sordo e incapace di ascoltare le istanze che arrivavano da tutta la comunità accademica. Esiste un problema di metodo prima ancora che di merito: non è possibile che un Ministero ormai dimissionario, nell’ultimo giorno di sua attività, emani un decreto su temi così delicati senza aver mai coinvolto le rappresentanze del mondo universitario. È la dimostrazione di come il precedente Governo non abbia saputo cogliere la sconfitta elettorale e anzi abbia continuato con un atteggiamento arrogante. La prima cosa che chiediamo al nuovo Ministro Fedeli è il ritiro del DM 987 e l’apertura di un tavolo su questi temi, già richiesto dal Consiglio Nazionale Studenti Universitari che nell’ultima seduta ha approvato all’unanimità la nostra mozione.”

Continua Marchetti: “Nel merito il Decreto contiene molti aspetti negativi, che in parte erano già stati ripresi da indiscrezioni della stampa. Nel tentativo di affrontare un tema cruciale che sta a cuore agli studenti come le lauree professionalizzanti, si mette in campo una proposta che a nostro avviso è assai lontana da ciò che realmente era auspicabile: non si può partire da un modello che preveda un accesso programmato e così limitato; non è accettabile avere come unico parametro al termine del triennio di sperimentazione quello dell’occupabilità e quindi dell’occupazione, senza specificare a quali dati statistici si farà riferimento, senza considerare in alcun modo di che tipo di occupazione si tratta e senza tener conto di quelle che possono essere le libere scelte dei singoli terminato il percorso di studi; non è possibile prevedere 50-60 CFU di tirocinio senza andare a riconoscere alcun tipo di diritto e di tutela a degli studenti che evidentemente si troveranno a svolgere un terzo del proprio percorso formativo nelle aziende. Non sono queste le “lauree professionalizzanti” che vogliamo, non sono queste le risposte che vogliono gli studenti per risolvere il drammatico tema del mondo del lavoro spesso inaccessibile e comunque precario.”

Prosegue la coordinatrice dell’UDU: “Anche la prima parte del decreto, relativa a quella che si può definire AVA 2.0, presenta troppe lacune, tra cui spicca tra i criteri per l’accreditamento il calcolo della VQR sul collegio docenti, utilizzato come metodo di valutazione della qualità della didattica. Oltre a utilizzare uno strumento assai lacunoso, viene inserito un indicatore riguardante la Ricerca, senza alcun nesso reale su quello che è, nella realtà, la funzione della Ricerca di continuo aggiornamento della didattica. Si interviene fortemente anche sul rapporto tra il numero di docenti e il numero di studenti necessario per l’accreditamento dei corsi, senza alcuna giustificazione a supporto di interventi che hanno conseguenze incisive sulla qualità della didattica e sul destino di interi corsi. Anche su questo riteniamo assurdo che non vi sia stato alcun coinvolgimento degli studenti e degli organi universitari in un passaggio assai delicato.”

Conclude Elisa Marchetti: “Ci aspettiamo responsabilità da parte del nuovo Ministro: chiediamo un segno di forte discontinuità dal passato e da un modello di gestione del Ministero che si è dimostrato sordo e arrogante. Ribadiamo con forza la necessità di ritirare il DM 987/2016 e aprire una riflessione seria ed onesta sul tema, che riparta dalla istanze degli studenti, altrimenti il rischio è quello che si produca un sistema inutile e dannoso per gli studenti stessi, per il mondo accademico e per il Paese tutto. Siamo pronti a dare battaglia con ogni mezzo e in ogni luogo perchè siamo stanchi di provvedimenti calati dall’alto che anno dopo anno dimostrano le proprie falle e la propria distanza dalle vere esigenze di un sistema universitario in profonda difficoltà.”

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