Oggi in Consiglio dei Ministri si è svolto l’esame preliminare di otto delle nove deleghe previste dalla legge 107/15, la Buona Scuola.
Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi, dichiara: “Abbiamo chiesto ripetutamente che il termine di scadenza per le deleghe della “Buona Scuola” venisse prolungato, in tal modo abbiamo anche fatto esprimere, su nostra richiesta, il Forum delle Associazioni Studentesche alla sua ultima seduta a Dicembre. Da quando la legge è stata approvata non c’è stato più nessun tipo di confronto sui temi che riguardano le deleghe, che peraltro sono di vitale importanza per le studentesse e gli studenti di tutto il Paese. Soprattutto durante la fase di campagna elettorale sul referendum, ogni tentativo di parlare di scuole era bloccato e gli stessi nostri luoghi di confronto con il Ministero hanno visto la mancata convocazione per ben 3 mesi. Dopo la caduta del Governo Renzi tutto sembrava preannunciare una proroga che assicurasse per lo meno la riapertura di un confronto con il Ministero, oggi a poco più di un mese dal 4 dicembre è intollerabile veder portare avanti un percorso di riforma senza il supporto ed il parere di chi vive quotidianamente la scuola, adesso saremo costretti ad esprimerci su testi già scritti senza aver avuto la possibilità di costruire insieme delle proposte.”
Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari: “Tra le deleghe licenziate oggi dal CdM c’è anche quella relativa alla formazione iniziale dei docenti, tema che da sempre abbiamo seguito da vicino come Unione degli Universitari, anche attraverso il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, in cui, proprio nella seduta del mese scorso, avevamo chiesto che l’organo fosse coinvolto nella discussione. Se infatti, tra il 2015 e 2016 c’erano stati rari momenti di coinvolgimento in una fase iniziale, da mesi gli studenti non sono stati più interpellati. A questo punto pretendiamo almeno che nel prosieguo dell’iter di questi provvedimenti, gli studenti siano coinvolti e ascoltati realmente. Non siamo disposti ad accettare l’ennesima esclusione delle parti coinvolte per provvedimenti così importanti.”
Continua Manfreda:” Non possiamo più permettere che su questioni fondamentali come il Diritto allo Studio si decida a prescindere da un confronto con le organizzazioni studentesche. Accedere o completare il percorso di studi diventa per la maggior parte degli studenti sempre più complesso a causa della mancanza di servizi essenziali, trasporti e libri di testo raggiungono prezzi sempre più insostenibili per le famiglie che troppo spesso vedono i loro figli abbandonare la scuola. Una delega di tale importanza e peso per il futuro del nostro sistema di Istruzione deve essere frutto di un ampio confronto. Il cambio di Ministro e le ammissioni di colpa dell’ex premier Renzi sulla legge 107 avevano fatto presagire un approccio diverso, ora la paura e che le possibilità di confronto saranno limitate nei tempi e nelle modalità. Ora è il momento in cui la politica dia alla scuola e all’istruzione risposte diverse, noi come studenti non vogliamo stare a guardare ma essere coinvolti a pieno nelle discussioni.”
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