ricorsiIl Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha appena ammesso 50 studenti extracomunitari per i corsi di Laurea in Medicina e Odontoiatria per le seguenti Università: Bologna, Genova, Marche, Sapienza, Brescia, Milano, Torino, Pavia, Catania, Verona, Chieti e Perugia. Si tratta di ricorsi collettivi patrocinati dagli Avv.ti Michele Bonetti e Santi Delia per conto dell’Unione degli Universitari e per l’Associazione Faro d’Oriente.

Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Abbiamo da sempre ritenuto che fossero infondate delle soglie di sbarramento per quegli studenti extracomunitari che vogliono venire a studiare in Italia e che dovrebbero rappresentare una risorsa. Infatti ogni anno rimangono non assegnati molti posti dedicati al contingente per extracomunitari: noi continuiamo a chiedere che tali posti vengano assegnati prima a tutti gli studenti extracomunitari e successivamente a tutti gli altri studenti italiani e comunitari, in modo da coprire tutti i posti realmente messi a bando.”

Riferisce Ahmad Mansur, presidente dell’Associazione Faro d’Oriente: “Ad aver fruito di questi provvedimenti non solo sono studenti arabi, ma anche studenti russi, ucraini, cileni, argentini, americani. Nei nostri ricorsi, insieme all’UDU, riusciamo ad inserire persone provenienti da culture e realtà diverse, come ad esempio israeliani e palestinesi, i quali si recano insieme presso lo studio dell’Avvocato Bonetti aiutandosi anche nel percorso successivo a quello processuale e scambiandosi, col tramite delle nostre Associazioni, informazioni utili per le immatricolazioni e appoggiandosi all’UDU anche per affrontare tutti i problemi della vita universitaria, come per esempio la problematica degli alloggi ove convivono insieme senza muri e divisioni”.

Come sottolinea l’Avvocato Bonetti, patrocinante dell’azione legale insieme all’Avvocato Delia: “Relativamente al ricorso, lo stesso è stato fondato sulla legittimità della soglia di sbarramento imposta agli extracomunitari e sulla circostanza che la stessa si accompagnava ad una strutturale presenza di posti disponibili. Infatti, l’attuale ingresso di 50 studenti non copre i posti liberi in quanto ne restano oltre 200 non utilizzati e per cui non vi è motivo di non redistribuirli agli studenti italiani e non comunitari”.

Conclude Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’UDU: “Ancora un duro colpo al numero chiuso dell’Università italiana. Denunciamo da tempo ormai come il nostro Paese non sia più attrattivo per chi viene dall’estero per una serie di fattori, dal sistema di diritto allo studio sempre più carente ad un modello ad accesso programmato che limita le possibilità di molti, il tutto in un contesto generazionale sempre più drammatico, come testimoniato dagli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile. Chiediamo al Ministero di prendere atto di questa situazione e convocare immediatamente il tavolo di confronto per il superamento del numero chiuso, chiesto anche nelle ultime sedute dal CNSU. Vogliamo il libero accesso.”

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