Schermata 2017-02-02 alle 10.01.23Nella mattinata di oggi, 2 febbraio, il CNSU è stato audito dalla Commissione VII della Camera dei Deputati in merito ai profili attuativi della legge 107/2015, la cosiddetta “Buona Scuola”. Bene l’ascolto, ora si prosegua il dialogo recependo le indicazioni sull’accesso all’insegnamento ehe verranno dalle prossime sedute del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.

Dichiara Anna Azzalin, presidente dell’organo: “Oggi abbiamo riportato l’elaborazione del Consiglio che ad oggi non si è ancora potuto riunire per discutere nel merito sugli schemi di decreto sottoposti al parere delle commissioni parlamentari. Ciò non significa che il CNSU non avesse maturato negli anni una posizione sui temi: abbiamo evidenziato la necessità di coordinare correttamente un’eventuale attivazione del terzo ciclo con l’attuazione delle nuove modalità di accesso all’insegnamento prevista per il 2020/21, chiedendo peraltro le motivazioni di un dilazionamento così ampio. Abbiamo chiesto la previsione di agevolazioni per chi dovrà integrare il proprio curriculum con i 24 CFU/A in materie antropo-psico-pedagogiche richiesti per accedere al nuovo concorso. Infine abbiamo rivolto diverse richieste di chiarimenti sui punti più opachi dei testi che il governo ha licenziato. Auspichiamo che le risposte ai nostri interrogativi pervengano quanto prima al Consiglio per consentirgli di fare in tempi celeri le proprie valutazioni nel merito.

Prosegue Carlo Garau, capogruppo UDU al CNSU: “Il nostro gruppo consiliare ha sempre dimostrato grande attenzione alla tematica dell’accesso all’insegnamento, anche nei precedenti mandati del Consiglio. Si dovrà gestire con oculatezza la fase transitoria che porterà al nuovo concorso e poi al percorso formativo e di tirocinio: il partecipanti al prossimo ciclo di TFA dovranno poter beneficiare del sistema di diritto allo studio e di una tassazione improntata al principio di progressività. Proseguiremo con la richiesta di adeguate tutele per i tirocinanti che nel nuovo sistema verranno finalmente contrattualizzati, chiedendo che le condizioni normative e il trattamento economico siano eque e che l’esperienza di lavoro sia effettivamente formativa.”

Conclude Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale UDU: “L’accesso all’insegnamento è uno dei temi caldi all’interno dell’orizzonte più ampio della transizione dall’università al mondo del lavoro. Nei prossimi mesi saremo impegnati in una grande campagna, “Vogliamo Diritti! In bilico tra studio e lavoro, oltre precarietà e sfruttamento”, che mette al centro i diritti di chi studia e lavora, dei tirocinanti, di chi vorrebbe inserirsi in un mondo del lavoro che troppo spesso non sembra in grado di rispondere adeguatamente all’offerta di giovani altamente formati. Il lavoro da fare è ancora molto e la strada del confronto con i rappresentanti delle categorie interessate, in primis gli studenti, è quella che indichiamo a chi dovrà mettere in atto le politiche per la formazione scolastica, universitaria e professionale.”


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