Si è conclusa ieri la seduta  del Consiglio Universitario Nazionale, massimo organo di rappresentanza di tutta la comunità accademica, la prima per i neoeletti rappresentanti degli studenti. Dopo l’elezione di Anna Azzalin alla presidenza del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, l’Unione degli Universitari si è confermata la lista più rappresentata anche nelle elezioni indirette, portando i propri consiglieri sia all’ANDISU che nel CUN stesso dove sono stati eletti Lucio Folcarelli e Elio Donnarumma.

Dopo anni di profondi tagli a tutto il sistema universitario portati avanti dai vari governi che si sono succeduti, con la diretta conseguenza di un sistema di formazione che ha perso il suo ruolo di ascensore sociale specie per le classi più deboli, il prossimo mandato del CUN ricopre un ruolo fondamentale.

È necessario infatti che tutta la comunità accademica e i suoi organi di rappresentanza tornino protagonisti in un momento in cui tutto il sistema universitario è interessato da cambiamenti che potrebbero risultare significativi: questo sarà possibile solo se da una parte il Ministero si dimostrerà sensibile alle istanze del mondo accademico e dall’altra il CUN stesso saprà ritagliarsi un ruolo da protagonista, divenendo parte attiva e propositiva in tutti i percorsi e i processi che lo riguarderanno. Tutto questo, però, passa necessariamente da una revisione dei poteri e dei ruoli stessi finora assegnati al massimo organo di rappresentanza dell’Università: solo attraverso un “ampliamento” dei suoi poteri il CUN, così come tutti gli altri organi consultivi del MIUR, potrà finalmente diventare incisivo nei percorsi decisionali del prossimo futuro.

Inutile ribadire, poi, come sia essenziale ridare centralità alla componente studentesca, visto che negli ultimi anni infatti i più penalizzati dalle manovre dei vari governi che si sono succeduti sono stati proprio gli studenti, facendo si che tutto il sistema universitario si restringesse in maniera drammatica, con un costante e progressivo crollo di iscritti. La costante diminuzione dei fondi destinati dallo Stato all’Università e alla Ricerca, l’assenza di un sistema di diritto allo studio che realmente garantisca ai più deboli l’accesso ai più alti gradi di istruzione, il prolificare insensato e ingiustificato di corsi a numero programmato nazionale e locale, la perdita di importanza dell’università nelle percezioni delle famiglie durante anni di crisi in cui il primo a disinvestire nell’istruzione era proprio lo stato: è indispensabile che il Consiglio riparta da qui, da queste evidenti criticità, dimostrandosi per la prima volta compatto nel rivendicare davanti al Ministero e al Governo l’importanza e la centralità dell’Università.

Molti altri temi poi dovranno essere al centro dei lavori del prossimo triennio, temi su cui la componente studentesca si sta già confrontando da tempo all’interno del CNSU: dalla riforma del percorso di giurisprudenza, iniziata nel 2012 e in via di conclusione, portata avanti senza un reale coinvolgimento degli studenti e che ad ora presenta delle evidenti criticità che rischiano di essere estremamente penalizzanti e discriminanti per gli studenti e i praticanti stessi, alla riforma del percorso di medicina, dove dopo anni di costanti fallimenti, in cui la giurisprudenza si è sostituita alla politica nel riconoscere il diritto allo studio, è necessario rivedere l’attuale modello di accesso e tutto il percorso di studi per rendere questo corso di laurea finalmente abilitante; dal nuovo ordinamento per l’accesso al Tirocinio Formativo Attivo, che ad oggi presenta evidenti lacune e che non ha mai visto un coinvolgmento della componente studentesca, alle nuove “lauree professionalizzanti”, che partendo da un’idea condivisibile rischiano di essere applicate in maniera scriteriata, senza una visione complessiva del loro ruolo nel sistema di formazione terziaria già esistente, con grosse criticità come il numero chiuso e l’assenza di tutele e diritti per gli studenti tirocinanti.

Il Consiglio Universitario Nazionale dovrà partire proprio da qui, discutendo al proprio interno di questi temi, facilitando il confronto tra tutte le componenti del mondo accademico, pronto poi a rivendicare le proprie proposte davanti a tutti i soggetti istituzionali.

A tal proposito, negli ultimi tempi sono circolate voci che volevano gli studenti esclusi dal CUN stesso. Vogliamo credere e sperare che siano ipotesi prive di fondamento, altrimenti sarebbero di una gravità inaudita: lo abbiamo visto in questi anni come l’università senza studenti sia destinata a morire. Piuttosto è necessario invertire la rotta, facendo si che il CUN diventi finalmente nei fatti organo di rappresentanza di tutta la comunità accademica. Noi ci saremo, pronti come sempre a fare la nostra parte!

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