Il coinvolgimento sulle professionalizzanti sia permanente
Il CNSU, nella figura della sua Presidente Anna Azzalin, è stato invitato per il giorno 12 aprile 2017 ad intervenire alla riunione della Cabina di Regia nazionale per il coordinamento del Sistema di Istruzione tecnica superiore e delle lauree professionalizzanti, istituita presso il MIUR, nell’ambito delle audizioni preliminari in merito al coordinamento dell’offerta formativa di interesse delle Fondazioni I.T.S con i corsi di laurea sperimentali ad orientamento professionale.
Da subito avevamo sollevato forti critiche sulla composizione della cabina di regia sulle lauree professionalizzanti e gli ITS., che escludeva la componente studentesca, perché riteniamo fondamentale che tale percorso riparta anche dalle istanze degli studenti, per evitare di ripetere errori passati. La convocazione della Presidente del CNSU rappresenta a nostro avviso un primo segnale positivo, ma non di certo risolutivo: non possiamo accettare che il confronto si fermi ad una sola audizione e di essere messi al pari delle associazioni rappresentanti del mondo delle imprese, per questo continuiamo a chiedere, così come fatto nell’ultima seduta del Consiglio, che gli studenti diventino membri permanenti di tale cabina di regia. Le lauree professionalizzanti possono essere una buona occasione, un buon punto di partenza; bisogna tuttavia evitare di dare il via all’ennesimo percorso di studi elitario ed escludente per troppi studenti.
Le lauree professionalizzanti, previste per la prima volta dal D.M. 987/2016 all’interno del decreto su AVA 2.0, rappresentano l’ultimo colpo di coda del precedente Ministro Giannini. Da subito, come Consiglio, ci siamo mossi su un doppio binario: da un lato abbiamo chiesto una piena inclusione dell’organo nella cabina di regia, cosa che ad oggi non è ancora avvenuta; dall’altro abbiamo sollevato delle evidenti criticità presenti nel decreto, esprimendo preoccupazione per un modello che, se resta invariato, rischia di portare ad una professionalizzazione dei percorsi di studio dannosa e senza alcuna visione di lungo periodo. Siamo contrari ad un’idea di lauree professionalizzanti definite solo sulla base delle richieste del mondo dell’impresa, in cui non viene chiarito come cambierà la didattica e quali saranno le tutele dei tirocinanti: non vogliamo che questi percorsi si riducano ad essere bacini da cui le imprese possano attingere, con il serio rischio di sfruttamento, manodopera costantemente aggiornata e qualificata. Per questo al tavolo porteremo e segnaleremo tutte le nostre perplessità: è necessario ripartire da qui, dalle nostre istanze e dalle nostre proposte di correzione.
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