Il 1 marzo 2017 i Senatori Mandelli e D’ambrosio Lettieri hanno presentato un disegno di legge, n. 2717, relativo alle “Disposizioni in materia di attività professionali del farmacista. Tale d.d.l. affronta una serie di temi tra i quali il trattamento economico-normativo riservato ai laureati non medici nelle specializzazioni di area sanitaria, le classi di insegnamento alle quali possono essere ammessi i laureati in Farmacia e Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e, infine, l’accesso alle facoltà di Farmacia e C.T.F.. I Senatori Mandelli e D’ambrosio Lettieri, ad oggi, sono rispettivamente Presidente e VicePresidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.
Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Il d.d.l. presentato dai Senatori Mandelli e D’ambrosio Lettieri presenta luci ed ombre. Da un lato, infatti, viene affrontato nell’articolo 1, comma 3, del d.d.l., il tema del trattamento economico-normativo riservato ai laureati non medici nelle specializzazioni di area sanitaria, proponendo l’equiparazione con quanto avviene per chi accede a tali specializzazioni dopo aver conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia. Su questo aspetto non possiamo che essere d’accordo: è quanto chiediamo da tempo, come dimostra la mozione presentata dal gruppo UDU e approvata nell’ultima seduta del C.N.S.U.. Allo stesso modo è positivo l’ampliamento delle classi di insegnamento alle quali possono essere ammessi i laureati in Farmacia e C.T.F., evitando discriminazioni tra lauree vecchio e nuovo ordinamento, così come previsto nell’articolo 14 del d.d.l.”
Continua Marchetti: “Dall’altro lato, però, i Senatori Mandelli e D’ambrosio Lettieri propongono all’articolo 15 una revisione della legge 264/1999, relativa a “Norme in materia di accessi ai corsi universitari”, proponendo l’estensione dell’accesso programmato nazionale anche alle facoltà di Farmacia e C.T.F.. Su questo siamo profondamente contrari per due ordini di motivi: in primis perchè riteniamo che l’accesso all’istruzione e quindi all’università non debba essere subordinato alle prospettive di accesso al mondo del lavoro, ma anzi debba essere garantito a tutti fino ai più alti gradi come disposto nella Costituzione; in secundis perchè non comprendiamo come questa proposta si inserisca all’interno di tutto il d.d.l. presentato, nel quale gran parte dell’articolato, dall’articolo 2 all’articolo 9, è finalizzato ad un’individuazione delle nuove possibilità occupazionali per i laureati in Farmacia e C.T.F.. Se da un lato, giustamente, si riconosce come il laureato in tali facoltà abbia le competenze per accedere in determinati luoghi e a determinate professioni, da cui ad oggi era escluso, non si capisce come poi si renda necessario l’accesso programmato ai corsi di studio. A tutto questo si aggiunga che il modello di accesso indicato dai due Senatori ha già dimostrato tutte le proprie falle nelle facoltà in cui è ancora applicato e che necessariamente va ridiscusso, come noi chiediamo incessantemente da anni e come il precedente Ministro aveva promesso.”
Conclude la coordinatrice dell’UDU: “I Senatori Mandelli e D’ambrosio Lettieri, ad oggi, sono rispettivamente Presidente e VicePresidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani: abbiamo da sempre denunciato le ingerenze degli Ordini nella definizione dell’accesso all’Università, ma questa volta ci sembra davvero che si stia esagerando e superando il limite. Il d.d.l. si limiti a quanto definito nello stesso titolo: “Disposizioni in materia di attività professionali del farmacista” e venga subito stralciato l’ultimo articolo, relativo all’accesso all’Università. Su questo punto siamo pronti sin da ora a dare battaglia in ogni modo e in ogni luogo per vedere riconosciuto il diritto di ogni studente di poter accedere liberamente alla facoltà scelta per il proprio futuro. La legge 264/1999 va abolita, non ampliata.”
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