Nei giorni scorsi il MIUR ha depositato la graduatoria virtuale relativa al test di medicina e chirurgia 2016, considerando come corretta la sola risposta D, così come richiesto dal TAR e dal Consiglio di Stato dopo i ricorsi vittoriosi dell’UDU, patrocinati dagli Avvocati Bonetti e Delia. Continuano, intanto, ad emergere dei profili gravissimi sulla questione delle domande non inedite.

Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Il MIUR ha finalmente depositato quanto richiesto dal TAR LAZIO e dal Consiglio di Stato in accoglimento di alcuni ricorsi UDU patrocinati dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia sulla nota vicenda della domanda 16 del test 2016 di Medicina e Chirurgia. Il MIUR, infatti, era stato condannato a riformulare una graduatoria virtuale considerando come corretta la sola risposta D alla domanda n. 16 che lo stesso MIUR aveva invece abbonato attribuendo 1,5 punti a tutti i concorrenti. I candidati che sono interessati da tale vittoria sono circa 400 e, nei prossimi giorni, verranno contattati e verrà comunicata loro la sede dove risultano assegnati: si procederà così a quanto necessario per raggiungere l’immatricolazione ai corsi di laurea in Medicina e Odontoiatria.”

Continua Marchetti: “Da subito, inoltre, abbiamo denunciato come il Test di quest’anno sia stato caratterizzato da un altro aspetto assai grave: per la prima volta le domande presenti nella prova non erano inedite, ma risultavano in grandissima parte estratte da test precedenti o da manuali di preparazione alla prova stessa. Su questo si è espresso anche il CNSU, approvando una mozione presentata dall’UDU nella quale si chiede per il prossimo anno l’assoluta originalità dei quesiti: se infatti da un lato abbiamo ritenuto che non vi fossero gli estremi per un’azione legale amministrativa mirata a questa specifica fattispecie, abbiamo sempre denunciato l’insostenibilità politica di quanto accaduto. In questo modo, infatti, si creano pericolose e dannose differenze tra i concorrenti, tra chi ha già fatto il test negli anni passati e chi no, tra chi ha la possibilità economica di frequentare corsi di preparazione a pagamento, con costi elevatissimi, in cui si usano questi manuali e chi no.”

Conclude la coordinatrice dell’UDU: “La situazione, ad oggi risulta ancora più grave. Si è appreso, infatti, che i quiz di selezione sono stati commissionati dal MIUR, tramite il CINECA, ad una Società privata di Milano (la Selexi s.r.l.): ad una prima occhiata emerge subito il collegamento tra la stessa e alcune personalità collegate ai colossi sul mercato della preparazione alle prove di ammissione. Tale rapporto diretto dimostra ancora una volta, se necessario, il marketing che si sta generando intorno all’accesso programmato a danno del diritto allo studio degli studenti stessi. Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di individuare se vi siano profili di responsabilità penale ed erariale e se del caso di predisporre un esposto sulla vicenda. Intanto continuiamo a lavorare e a chiedere al Ministero di prendere atto che oramai ogni limite è stato superato: il numero chiuso ha fallito. È necessario rivedere immediatamente il sistema di accesso in Italia, che sta trasformando l’ingresso all’università in qualcosa di sempre più elitario. Non è più accettabile, vogliamo il libero accesso.”

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