In una comunicazione rivolta al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari il MIUR ha riferito che il DPCM per il riparto del Fondo integrativo statale (FIS) 2016 è stato trasmesso alla Conferenza Stato-regioni. Si è avviato, nel mentre un Tavolo Tecnico per la definizione del fabbisogno secondo cui ripartire il FIS 2017, che verrà aumentato di 6 milioni di euro per via del fatto che la Fondazione Articolo 34 non è stata attivata entro i termini prescritti dalla Legge di bilancio 2017 e quindi i fondi per quest’anno verranno riversati nel FIS. Alla conclusione del processo di riparto del FIS 2017 dovrebbe anche avviarsi nuovamente la discussione per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni. In un incontro con la IX Conferenza Stato-regioni, la Ministra Fedeli ha, inoltre, espresso la volontà di riattivare a breve l’Osservatorio nazionale per il diritto allo studio.

Finalmente sembra che si sia sbloccato il procedimento per ripartire il FIS 2016, che arriva con un ritardo inaccettabile, a borse di studio oramai assegnate e alla fine dell’anno accademico successivo a quello per cui verrà ripartito questo fondo. Il riparto del FIS 2016 è influenzato dalla crisi del diritto allo studio dell’anno accademico 2015/2016, dove l’introduzione del nuovo ISEE, a soglie per l’accesso per il diritto allo studio invariate, ha provocato effetti catastrofici: la scomparsa, in un solo anno, di 35.387 idonei alla borsa di studio, il disinvestimento da parte di quelle regioni che già coprivano il 100% delle borse perché i fondi stanziati eccedevano quelli necessari a coprire una platea che si era ristretta. L’aumento del tasso di copertura degli idonei di quell’anno va, quindi, ricondotto al generale aumento del FIS e, soprattutto, alla diminuzione degli idonei. Non c’è da cantar vittoria. Pur con questo aumento del finanziamento a copertura delle borse a livello nazionale è ferma al 93,6%. Se il numero degli idonei dovesse anche solo tornare a essere quello del 2014/2015 l’aumento della copertura delle borse dovuto all’aumento del FIS sarebbe quindi effettivo ma non così consistente.

Un elemento positivo del DPCM sul FIS 2016 è la quota riservata alle regioni colpite dagli eventi sismici, argomento su cui sia CNSU, sia regioni hanno fortemente insistito. Un’altra buona notizia è l’attivazione dell’Osservatorio nazionale per il diritto allo studio, che abbiamo recentemente sollecitato in CNSU, visto che l’analisi dell’impatto delle politiche per il diritto allo studio e delle condizioni materiali degli studenti risulterà necessaria per poter parlare con piena consapevolezza di fabbisogno regionale e livelli essenziali delle prestazioni. Nel 2017 il FIS dovrà essere distribuito secondo il fabbisogno regionale, come stabilito dalla Legge di bilancio 2017. Purtroppo non ci sono ancora novità riguardo a come verrà stabilito il fabbisogno. Sappiamo solamente della convocazione di un tavolo tecnico in cui, però, gli studenti non sono stati convocati e chiediamo di essere inclusi in una discussione di questa importanza per il diritto allo studio.

Una nota positiva arriva dalla riconversione dei fondi destinati alla ex Fondazione per il merito, che dovrà essere convertita in Fondazione Articolo 34. Visto che non sono stati rispettati i tempi di quest’anno, i 6 milioni destinati verranno riconvertiti nel FIS e pertanto siamo destinati a misure di carattere generale: circa 1700 borse di studio in più, invece delle 500 superborse che abbiamo sempre osteggiato e che sarebbero state assegnate utilizzando l’invalsi e delle soglie di merito che nulla hanno a che fare con il diritto allo studio ordinario. Auspichiamo che si tratti di un segnale di messa in discussione della stessa esistenza delle superborse: il fabbisogno per il diritto allo studio in tutta Italia è ben superiore alle cifre attualmente stanziate ed è necessario che lo Stato e le regioni si pongano in una visione di prospettiva di aumento degli idonei e di copertura totale delle borse di studio. Bene che il Ministero abbia comunicato che si stia muovendo per fornire agli studenti maggiori strumenti di conoscenza del sistema del diritto allo studio e delle varie situazioni regionali, ma questo non basta.

Siamo stanchi di vedere i nostri diritti garantiti a macchia di leopardo sul territorio nazionale, con l’accesso ai più alti gradi di istruzione bloccato da barriere economiche e sociali: servono ulteriori investimenti e serve una progettualità seria, chiara e inclusiva per il diritto allo studio.

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