L’#IDAHOT (International Day Against Homophobia, biphobia and transphobia) è una delle molte date e commemorazioni che scandiscono il calendario della comunità LGBT+ nel mondo. Istituita nel 2004, cade il 17 Maggio a memoria di quel giorno, 14 anni prima, in cui venne esclusa l’omosessualità dal catalogo dei disagi psichici da parte dell’Organizzazione Mondiale della sanità.
Ma non solo.
L’IDAHOT è per noi giovani ragazzi e ragazze attivi nella promozione e nella difesa dei diritti civili e delle libertà, l’occasione per volgere il nostro pensiero a chi tutt’oggi viene punito, deriso, discriminato a causa del proprio orientamento sessuale o identità di genere.
Il momento per concentrare le nostre attività scuotendo le coscienze dell’opinione pubblica sulle violenze, gli ostacoli e l’isolamento che altri, giovani o meno, simili a noi, ai nostri compagni, ai nostri fratelli subiscono in nome di una violenza cieca: l’omo-bi-transfobia.
Ne sono vittime tantissimi giovani Lgbt+ che vivono nelle nostre case, città, province italiane, ne sono vittime i figli delle famiglie omogenitoriali ancora in attesa di un riconoscimento da parte del nostro paese.
Ne sono vittime migliaia e migliaia di compagni e compagne che vanno incontro a condanne, uccisioni, esecuzioni. Esecuzioni che ancora oggi avvengono in 10 paesi al mondo, oltre agli 81 che criminalizzano gli “atti omosessuali”. Non per ultime le recenti cronache delle persecuzioni che ci giungono dalla Cecenia.
Come Arcigay Giovani, Unione degli Universitari e Rete degli Studenti Medi crediamo in una società basata sull’inclusione, bandiera che portiamo avanti quotidianamente nelle nostre lotte, ma oggi in particolare vogliamo alzare l’attenzione e pretendere giustizia per queste persone; un fronte in cui agire compatti, a partire da scuole e università, mostrando la speranza vibrante
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