Durante la discussione della manovrina in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati il Governo ha presentato e poi ritirato un emendamento che cercava di risolvere il problema dell’annullamento della disciplina del costo standard avvenuto con la sentenza n.104 dell’11 marzo 2017 della Corte Costituzionale. Nel frattempo è stato approvato anche l’emendamento che introduce una sanatoria sulla questione dell’IVA per gli enti del diritto allo studio, ma introduce consistenti tagli sul diritto allo studio, annullando delle detrazioni IVA precedentemente in essere come prassi. Oggi la discussione sulla manovra passa in aula alla Camera.
Elisa Marchetti, coordinatrice dell’Unione degli Universitari, dichiara: “L’emendamento prima presentato e poi ritirato dal Governo sulla manovrina cercava di prorogare ‘importi e i dati sugli studenti’ del FFO 2016 per la ripartizione del FFO 2017. Una soluzione di questo tipo rischia di non risolvere il problema sottolineato dalla Corte Costituzionale, che, nei fatti, richiede un nuovo intervento legislativo nel caso si voglia reintrodurre la disciplina del costo standard come metodologia di riparto di una parte di FFO. Va, inoltre, rintracciata una soluzione immediata per il riparto della quota di FFO riservata all’introduzione della no-tax area, visto che è vincolato al costo standard per studente, secondo la Legge di bilancio 2017”.
Prosegue la coordinatrice dell’UDU: “Sull’IVA è stato approvato in Commissione un emendamento che mette una pezza a metà sul problema: viene introdotta una sanatoria per quelle regioni che fino a oggi hanno detratto l’IVA in modo “errato” secondo l’Agenzia delle Entrate, come per il caso toscano e friulano. Tuttavia l’emendamento riconosce l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate: vuol dire che gli enti si troveranno a dover versare all’erario fondi che prima detraevano, provocando, nei fatti, un taglio alle risorse per il diritto allo studio, che causerà una diminuzione dei servizi per gli studenti. Questa è un’interpretazione inaccettabile e, anche a costo di interventi normativi più consistenti, questa norma va cambiata, in modo da non limitare i fondi a disposizione degli enti. La quasi totalità degli enti già detraeva quelle somme, di conseguenza consolidare la prassi degli enti non comporterebbe maggiori oneri per la finanza pubblica e questo tutelerebbe le finanze di regioni ed enti per il diritto allo studio, e di conseguenza i diritti degli studenti”.
Conclude Elisa Marchetti: “La soluzione a tutti questi problemi esplosi nelle ultime settimane che mettono a repentaglio il diritto allo studio e il finanziamento al sistema universitario, richiede interventi legislativi in tempi brevi. Per quanto riguarda il FFO 2017 il Governo deve ancora chiarire come intende procedere: se dovesse esserci la volontà di reintrodurre il costo standard, parametro di cui abbiamo sempre sottolineato le criticità nella sua applicazione, questo andrebbe rivisto, dopo un’analisi approfondita e un vero confronto con tutti gli attori dell’università, a partire da noi studenti, come già richiesto anche dal CNSU, su nostra iniziativa. La contingenza della fase politica non può essere anteposta alla necessità di garantire il diritto allo studio e il funzionamento ordinario del sistema universitario nazionale, già martoriato da anni di tagli e finanziamenti ripartiti con criteri che hanno accentuato le diseguaglianze nelle aree del Paese”.
continua a leggere
Post collegati
Unione degli Universitari e Rete degli Studenti Medi in sciopero al fianco dei lavoratori della CGIL in tutta Italia. “I […]
Ieri è giunta la notizia dalla ministra Bernini dello stanziamento “record” di 880 milioni complessivi per le borse di studio […]
La Ministra Bernini sta tentando in tutti modi di nascondere che il piano del governo sul PNRR e i posti […]