ESU. Il 13 settembre il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker ha tenuto l’annuale discorso sullo stato dell’Unione Europea davanti alla plenaria del Parlamento Europeo. Di seguito il commento della European Students’ Union alle parole di Juncker.

BRUXELLES: La European Students’ Union (ESU) e l’Organising Bureau of European School Student Unions (OBESSU) accolgono positivamente la preminenza, nel discorso, della lotta al cambiamento climatico, specialmente alla luce dei recenti disastri ambientali avvenuti in diverse parti del mondo; e gli annunci specifici a riguardo della questione migratoria, come la creazione di canali legali per l’immigrazione. Tuttavia, come ESU e OBESSU siamo sorpresi che il Presidente Juncker non abbia menzionato neanche una volta la parola “educazione” in un’ora di discorso. L’Unione Europea si trova ad un bivio, ed è pronta a sviluppare la dimensione sociale dell’Unione, come dimostrato dagli sforzi per far avanzare il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali: e l’educazione deve avere un ruolo primario in questo processo.

“Se veramente vogliamo riconnettere i cittadini all’UE, dobbiamo cominciare a rendere l’istruzione maggiormente accessibile. La lotta contro l’estremismo e i discorsi d’incitamento all’odio e la promozione dell’inclusione sociale sono stati temi al centro dell’agenda comunitaria dell’anno scorso, ma ora sembra che ci si dimentichi di perseguire su questa strada. Ci sarebbe piaciuto vedere dei soluzioni concrete, perché l’istruzione gioca un ruolo cruciale in qualsiasi strategia che si voglia abbia successo” dichiara Helge Schwitters, Presidente dell’ESU.

Se vogliamo smettere di gettare benzina sul fuoco della propaganda dei populisti, ai rifugiati e ai richiedenti asilo che entrano nei Paesi dell’UE deve essere data la possibilità di accedere all’istruzione, di veder riconosciute le loro abilità, come dichiarato dalla Convenzione di Lisbona, e quindi di contribuire alla loro inclusione sociale, per un’Europa aperta alla diversità culturale e al dialogo interculturale: questo è ciò che l’OBESSU e l’ESU promuovono con i loro rispettivi programmi “Seeds for Integration” e “Together Moving Forward”.

L’ESU e l’OBESSU sono profondamente deluse dal fatto che una delle iniziative più importanti dell’UE, il programma Erasmus+, non sia stato nemmeno citato. Questo programma è cruciale per rafforzare i legami di solidarietà a livello europeo, e perciò necessita di maggiori finanziamenti, come anche di strategie volte a includere i gruppi svantaggiati e sottorappresentati: una rapida menzione ai giovani europei coinvolti nei Corpi Europei di Solidarietà non è sufficiente.

E’ chiaro che il futuro dell’Europa deve porre la società civile al primo posto. Questo significa escludere l’educazione dagli accordi commerciali internazionali, fornire soluzioni a quegli studenti a rischio di esclusione, e far sì che le disuguaglianze sociali ed economiche siano ridotte. Il Presidente Juncker ha immaginato un sesto scenario per l’Europe, con al centro “la libertà, l’uguaglianza di opportunità e lo stato di diritto”: qualunque sia lo scenario futuro per l’Europa, l’educazione giocherà in ogni caso un ruolo chiave.

Il discorso completo sullo stato dell’Unione Europea è disponibile al sito: soteu.eu

Qui il comunicato congiunto di ESU e OBESSU.

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