TASSEAbbiamo scoperto che nelle ultime settimane alcuni legali stanno proponendo imprecisate azioni legali da intraprendere al fine di ottenere il rimborso delle tasse degli anni accademici passati, per quelle università che non hanno rispettato il limite del 20% della contribuzione studentesca rispetto a quanto ricevuto come Fondo di Finanziamento Ordinario da parte dello Stato. Ci sorprende che vengano proposte azioni legali per ottenere dei rimborsi di questo tipo, visto che non esistono strumenti per poter avere un rimborso diretto in caso di violazione della norma del 20%.

L’unica modalità possibile per “restituire” agli studenti le tasse pagate in eccesso consiste nell’impugnare al TAR i bilanci delle singole università, sottolineando la violazione e individuando il gettito della contribuzione studentesca in eccesso. Il “rimborso” delle tasse è, in realtà, quindi la restituzione della cifra versata in eccesso dagli studenti, solamente nel caso in cui sia stata portata avanti un’azione legale con successo, che abbia riconosciuto l’illegittimità del bilancio di un’università. I bilanci di ateneo, come ogni atto amministrativo, vanno impugnati a pena di decadenza entro il termine tassativo di 60 giorni (art. 29 d.lgs. 104/2010 “L’azione di annullamento per violazione di legge, incompetenza ed eccesso di potere si propone nel termine di decadenza di sessanta giorni”). È importante sapere che l’atto da impugnare per tempo è il bilancio preventivo e non quello consuntivo perché le scelte che portano al contestato sforamento, in ciascun anno, sono assunte dall’amministrazione in sede di bilancio preventivo (il consuntivo è un mero risultato di tali scelte) e devono, pertanto, essere contestate, sussistendone i presupposti, attraverso la tempestiva impugnazione del bilancio preventivo di ciascun anno.

Non esistono strumenti che possano riconoscere una restituzione “individuale” di quanto versato in eccesso senza il preventivo annullamento del bilancio da parte del TAR.

Chi promette di restituire le tasse agli studenti pagate in anni accademici i cui bilanci non sono più impugnabili per superamento del termine tassativo di 60 giorni sta, molto semplicemente, cercando di accaparrarsi dei soldi attraverso un’azione legale che, dall’inizio, non potrà che essere un insuccesso.

La giurisprudenza in merito, tra l’altro, riguarda solamente azioni legali intraprese dalla nostra organizzazione, senza costo alcuno per gli studenti (e con il patrocinio legale di avvocati diversi da quelli che ora stanno proponendo le azioni di recupero rifacendosi impropriamente al precedente da noi ottenuto), che hanno portato l’Università di Pavia a dover restituire le tasse versate in eccesso per gli anni accademici 2010/2011, 2011/2012 e 2012/2013 (esercizi finanziari 2010, 2011 e 2012). I bilanci preventivi di quegli anni dell’Università erano stati impugnati per tempo e la nostra organizzazione ha visto accolto il ricorso prima al TAR Lombardia e poi in Consiglio di Stato, i quali hanno disposto per sentenza il rimborso della contribuzione versata in eccesso dagli studenti di quella Università. L’Ateneo di Pavia, su nostra pressione, ha attivato la procedura on-line per il rimborso delle tasse pagate in eccesso aperta a tutti gli iscritti negli anni considerati, in modo del tutto gratuito e senza intentare alcuna ulteriore azione legale.

Negli altri atenei, dove invece i bilanci non sono stati impugnati e non sono più contestabili, non si possono ovviamente richiedere rimborsi. Si potrà invece, ricorrendone i presupposti, impugnare il bilancio preventivo 2018 quando verrà approvato.

La nostra organizzazione, da anni, lotta per l’abbassamento delle tasse universitarie, tanto sul piano locale, quanto sul piano nazionale, credendo fortemente in un’università gratuita, che dia modo a tutti di poter raggiungere i più alti livelli di studi e per l’innalzamento degli investimenti pubblici in Università e ricerca. Abbiamo portato avanti azioni legali, come strumento di conflitto, laddove si sia posta l’impossibilità di tutelare i diritti degli studenti, attraverso gli strumenti istituzionali della rappresentanza studentesca.

Le promesse fatte da questi legali, relative a una presunta restituzione delle tasse agli studenti, senza chiarezza, senza esplicitare le modalità delle azioni legali, con imprecisioni su numeri e fingendo che esistano strumenti legali inesistenti, danneggiano la rappresentanza studentesca, ancor prima di cercare di ingannare gli studenti con false e inconsistenti promesse. La rappresentanza studentesca dell’Unione degli Universitari ha ottenuto, e continua a ottenere, risultati consistenti per gli studenti grazie alla collaborazione con legali che hanno messo in campo, oltre a competenze di indiscusso valore, un’etica inattaccabile da un punto di vista professionale.

Noi continueremo a lottare per l’abbattimento della contribuzione studentesca e siamo a disposizione per fornire qualunque tipo di chiarimento agli studenti in merito alla contribuzione studentesca e a questa incresciosa vicenda. Siamo ovviamente a disposizione per spiegazioni complete, con la consueta chiarezza, lottando sempre ogni giorno dalla parte giusta. Quella degli studenti.

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