In occasione del proseguimento dell’iter del decreto fiscale, ci stiamo battendo affinché siano inserite due misure molto rilevanti per gli studenti. La prima riguarda la deducibilità dell’IVA per gli enti del diritto allo studio e la seconda le detrazioni per gli affitti degli studenti fuorisede.
Un’urgenza che avevamo sottolineato già negli scorsi mesi è la necessità di porre rimedio alle conseguenze scaturite dalla revisione della normativa sulla deducibilità dell’IVA per gli enti del diritto allo studio. Questa nuova norma, nella sostanza, taglierà importanti risorse a diversi di questi enti nel nostro paese. Pertanto, anche nell’ottica di adeguare la normativa nazionale alle direttive europee, riteniamo fondamentale reintrodurre il meccanismo che precedentemente veniva utilizzato dalle Regioni Toscana e Friuli-Venezia Giulia, ripristinando la possibilità per gli enti di detrarre l’IVA sui servizi gestiti in modo diretto.
L’altro aspetto su cui il decreto fiscale potrà intervenire è la normativa che regolamenta le detrazioni per gli affitti degli studenti fuori sede. Al momento per poter accedere alle detrazioni è necessario rispettare due requisiti: risiedere ad almeno 100 chilometri dal comune sede dell’Università e risiedere in una provincia differente da quella dell’ateneo a cui si è iscritti. Questi criteri però non riescono a tenere conto delle reale condizione dello studente fuorisede: in molte aree e regioni, il trasporto pubblico e le infrastrutture rendono necessario allo studente trasferirsi nella città sede universitaria anche per distanze di gran lunga inferiori ai 100 km; oltretutto questi problemi sorgono anche per i luoghi appartenenti alla stessa provincia. La situazione è stata resa ancora più grave dall’accorpamento di alcune province: da un anno all’altro, a distanza invariata, alcuni studenti hanno perso la possibilità di detrarre le spese dell’affitto. Per questo è necessario innanzitutto eliminare il requisito della provincia, oltre a dover abbattere consistentemente la distanza minima dei 100 chilometri.
Questi due provvedimenti riguardano due elementi consistenti del diritto allo studio: le spese per l’abitare sono infatti il primo costo in assoluto per gli studenti fuori sede. La variazione della normativa dell’IVA per il diritto allo studio, invece, rischia di creare dei giganteschi buchi nei bilanci di alcune amministrazioni, che fino ad ora erano persino considerate tra le più virtuose d’Italia, inficiando la capacità di erogare servizi agli studenti. Nelle scorse settimane ci siamo attivati nelle sedi politiche ed istituzionali affinché queste problematiche trovino una soluzione utile nel decreto fiscale e continueremo a batterci affinché si compiano le dovute modifiche normative e siano stanziate le necessarie coperture economiche.
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