In Commissione Bilancio del Senato è stato approvato un emendamento al decreto fiscale che elimina il requisito della residenza in una provincia diversa da quella dell’università frequentata per ottenere la detrazione fiscale del canone di locazione per gli studenti fuori sede. Rimane il requisito dei 100 km di distanza del luogo di residenza per ottenere la detrazione. L’emendamento tuttavia riduce il limite a 50 km “per gli studenti fuori sede residenti in zone montane o disagiate”. Questa norma, inoltre, viene finanziata solamente per il 2017 e il 2018.
Da tempo chiediamo l’ampliamento delle detrazioni dei canoni relativi agli affitti degli studenti fuori sede. Il contratto di affitto stipulato dagli studenti iscritti ad un’università ubicata in un luogo diverso da quello di residenza permette di fruire di un’agevolazione fiscale. I requisiti attualmente necessari, regolati dal Testo Unico delle Imposte sui redditi, richiede che lo studente fuori sede abbia un contratto di affitto nel comune dell’Università o limitrofo e sia residente in una provincia diversa da quella dell’università e la residenza sia ad almeno 100 chilometri dall’università stessa. Questi criteri però non riescono a tenere conto delle reale condizione dello studente fuori sede: in molte aree e regioni, il trasporto pubblico e le infrastrutture rendono necessario allo studente trasferirsi nella città sede universitaria anche per distanze di gran lunga inferiori ai 100 km; oltretutto questi problemi sorgono anche per i luoghi appartenenti alla stessa provincia. La situazione è stata resa ancora più grave dall’accorpamento di alcune province: da un anno all’altro, a distanza invariata, alcuni studenti hanno perso la possibilità di detrarre le spese dell’affitto.
Anche il nostro gruppo consiliare in CNSU ha presentato una mozione, poi approvata all’unanimità, che chiede di intervenire sulla questione, eliminando il vincolo della diversa provincia e riducendo sensibilmente i km di distanza necessari per ottenere la detrazione. Ora, l’emendamento approvato in Commissione amplia sicuramente la platea degli studenti che potranno usufruirne e, soprattutto, toglie la limitazione della provincia di residenza differente da quella università, che molto recentemente aveva creato grossi problemi in conseguenza all’accorpamento di alcune province. È un buon passo in avanti e continueremo a lavorare affinché siano apportati ulteriori miglioramenti, partendo dal rendere strutturale la misura, visto che per ora è limitata ai prossimi due anni e da un’ulteriore riduzione del vincolo di distanza. Inoltre l’attuale definizione di “zone montane o disagiate”, è poco chiara e in ogni caso questo vincolo rischia di essere troppo limitativo.
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