in rossoIn Rosso. Nel pomeriggio dello scorso 17 novembre, abbiamo presentato al Senato le rivendicazioni avanzate durante la giornata di mobilitazione “Scuola e Università in rosso” organizzata dall’UDU e dalla Rete degli Studenti Medi. In seguito all’esposizione delle nostre analisi e proposte sono intervenute a sostegno le seguenti organizzazioni: CGIL, Anna Teselli; FLC-CGIL, Maristella Mortellaro; Rete 29 aprile, Stefania Tuzi; Comitato per la valorizzazione del dottorato di ricerca, Biagio Palmisano; Coordinamento genitori democratici, Susanna Crostella; Save the children, Diletta Pistono. Infine hanno preso parola la senatrice Roberta Agostini MDP e il senatore Francesco Verducci PD.

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   Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi: “Con la mobilitazione di venerdì e dello scorso 13 ottobre abbiamo dato voce all’insoddisfazione degli studenti sulle politiche della scuola degli ultimi governi. Abbiamo ribadito che le risorse sprecate nel Bonus Cultura (114 milioni rimasti inutilizzati) e quelle impegnate per il futuro, pari a 290 milioni, devono essere trasferite nel fondo nazionale per il diritto allo studio e il welfare studentesco, che ad oggi conta la misera cifra di 30 milioni. Il primo cambio di rotta necessario dovrebbe essere finalizzato all’abbattimento della dispersione scolastica le cui percentuali sono ancora spaventosamente alte per un Paese che pretende di definirsi altamente alfabetizzato: 13,8% la media nazionale e 20% quella del mezzogiorno e delle isole, che vede come prima causa le ingenti spese che le famiglie devono sostenere come sottolineano i dati relativi ai costi annuali per il materiale scolastico, i libri di testo e i trasporti. Il rapporto più recente di Federconsumatori parla di 522 euro per il corredo scolastico e 562 euro in media per i libri di testo. Sull’alternanza abbiamo confermato il giudizio fortemente negativo per la scelta di dedicare ingenti risorse agli sgravi fiscali, una misura che riteniamo fortemente sbagliata non solo dal punto di vista economico ma anche politico, facendo passare un’idea di alternanza molto più vicina ad uno strumento per l’occupazione piuttosto che di occupabilità e quindi formazione alternativa ma pur sempre metodologia didattica. L’urgenza è garantire la qualità dei percorsi con un investimento nella formazione dei tutor pari almeno a 20 milioni e prevenire le situazioni di sfruttamento che stanno caratterizzando in modo vergognoso quello che dovrebbe essere un metodo didattico da quando è stato reso obbligatorio.”

   Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’UDU: “Grazie alla mobilitazione arriva la conferma dell’impegno per un aumento ulteriore di risorse rispetto a quanto già previsto nel ddl bilancio per il fondo statale per le borse di studio. Il senatore Verducci (PD) si è impegnato a portare l’aumento del Fondo Integrativo Statale da 10 a 30 milioni. Positivo, ma non ci accontentiamo. Secondo le nostre stime infatti sono necessari 150 milioni per erogare la borsa a tutti coloro che ne hanno diritto! Il responsabile nazionale Università e Ricerca del PD ha poi sostenuto la necessità di estendere, come da noi richiesto, le detrazioni fiscali sugli affitti degli studenti fuorisede. Possiamo quindi accogliere come positivi questi passi in avanti e vediamo come le nostre istanze, anche grazie al lavoro del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, abbiano trovato un primo accoglimento. Ma ovviamente non possiamo fermarci: l’analisi che abbiamo presentato dimostra come negli ultimi anni l’università italiana sia diventata più povera e più piccola. Noi vogliamo un’Università aperta, con più strutture, più ricercatori, più docenti e soprattutto più studenti. Per questo, oltre a chiedere un investimento straordinario nell’edilizia e di modificare subito il sistema di valutazione che ha portato alla proliferazione dei numeri chiusi locali, non possiamo che sostenere le rivendicazioni di ADI, ARTeD, CRNSU, Rete29Aprile e FLC-CGIL che chiedono di ampliare il reclutamento dei ricercatori ad almeno 2500 unità, eliminare ogni tipo di riferimento alla VQR per la relativa ripartizione e mettere in campo un piano pluriennale per recuperare i docenti persi con i tagli del 2008.”

Concludono i due coordinatori: “Il 17 novembre gli studenti hanno dimostrato di essere stanchi di questa scuola e di questa università in rosso, hanno dimostrato che non è più sostenibile che i costi dell’istruzione siano in capo alle famiglie, hanno dimostrato a gran voce, su tutto il territorio nazionale, che è necessario invertire subito la rotta”.

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