Il tema della violenza sulle donne occupa di frequente le colonne dei quotidiani: dai recenti casi di molestie sessuali all’interno dello showbiz, agli episodi di violenza sessuale, talvolta raccontate con una narrazione portata a livelli di insostenibile morbosità. Nonostante il movimento femminista sia tutt’altro che in fase di arretramento è sotto gli occhi di tutti l’assenza di una diminuzione della diffusione di episodi di violenza maschile sulle donne: i femminicidi in Italia quest’anno sono già 114, in aumento rispetto allo scorso anno.

Elisa Marchetti, coordinatrice dell’UDU, dichiara: “Il 25 novembre, per le nostre organizzazioni, assume una vitale importanza per rilanciare sulla lotta contro ogni forma di discriminazione e di violenza. Le discriminazioni di genere sono particolarmente evidenti nel mondo del lavoro sia nei termini generali del tasso di occupazione femminile, che si attesta nel primo semestre 2017 al 48,8%, a fronte del 66,8% di quella maschile, sia in relazione alla segregazione occupazionale, che confina la componente femminile in determinati settori lavorativi. Nelle realtà che viviamo ogni giorno, nelle università, questi elementi sono sotto gli occhi di tutti: le studentesse costituiscono la maggior parte della componente studentesca ormai da anni (nel 2016/2017 erano il 55,4%), ma se si guarda alla comunità accademica, tra i docenti le donne sono appena 1 su 3, con un picco negativo tra gli ordinari (circa 1 su 5)”.

Giammarco Manfreda, coordinatore della Rete degli Studenti Medi, dichiara: “La scuola e l’università, nel nostro Paese, rappresentano i luoghi prioritari in cui combattere stereotipi e violenze di genere, e dove alimentare la cultura dei diritti, del rispetto e delle pari opportunità. Nelle scuole, il processo di apprendimento e la didattica necessitano di un ripensamento complessivo per rispondere a questa importante missione: l’inserimento di progetti completi di educazione sessuale e sentimentale nelle scuole di ogni grado, l’educazione alla differenza  di genere, la diffusione di una cultura dei diritti, in particolare relativi al mondo del lavoro (che con l’inserimento dell’alternanza scuola – lavoro sarebbe ancora più fondamentale) sono solo piccoli ma fondamentali passi in questa direzione”.

Concludono Marchetti e Manfreda: “Per questo abbiamo lanciato una fotopetizione, aperta alla partecipazione di tutti, accompagnata dall’hashtag #èunmioproblema, perché la violenza sulle donne, in tutte le forme in cui questa si esprime, è un problema che riguarda tutti, non solamente le vittime di violenza. Nelle scuole e nelle università distribuiremo anche una piccola guida, realizzata anche con il sostegno della CGIL, in cui cerchiamo di fornire alcune informazioni riguardanti i fenomeni di violenza e discriminazione, facendo luce sulle principali problematiche e su come dalla scuola e dall’università ci aspettiamo determinate risposte”.

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