Superdipartimenti. Sono stati pubblicati i 180 vincitori dei cosiddetti “dipartimenti di eccellenza” istituiti con Legge di bilancio 2017. In 5 anni (2018-2022) verrà assegnato 1 miliardo e 355 milioni di euro, quindi 271 milioni di euro l’anno.
Già dalla distribuzione generale sono palesi le storture di questo meccanismo di finanziamento, che avevamo denunciato fin dalla bozza della Legge di bilancio 2017: al Nord vengono ‘premiati’ 107 dipartimenti (il 34% dei dipartimenti dell’Area), al Centro 50 (il 23%) e al Sud 23 (il 10%). Il 59% dei dipartimenti premiati è degli atenei del Nord, il 28% del Centro e solamente il 13% del Sud. È impensabile e irresponsabile che in uno scenario in cui le disuguaglianze territoriali nei finanziamenti degli atenei costituiscono già un grave problema, queste vengano ulteriormente accentuate!
L’iniquità del meccanismo di ripartizione è ancor più evidente osservando gli atenei in cui vengono premiati più del 25% dei dipartimenti presenti nell’ateneo: al Nord sono 16 su 25 (64%), al Centro 9 su 20 (45%) e al Sud appena 1 su 21 (il 5%). Oltre alla disuguaglianza di natura territoriale, il meccanismo di competizione tra tutti i dipartimenti di tutte le aree esistenti incrementa ulteriormente anche la divario, già esistente e pericoloso, tra grandi atenei delle grandi città e atenei delle città medio-piccole. Inoltre, l’utilizzo dell’indicatore standardizzato di performance dipartimentale (ISPD) porta a risultati bizzarri, dovuti alla necessità di riaggregare i dati della Valutazione della Qualità di Ricerca su base dipartimentale: il primo dipartimento di Fisica in Italia risulta essere il Dipartimento di Neuroscienze e Imaging e scienze cliniche, che eroga corsi di Psicologia, Fisioterapia, tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia e Terapia occupazionale. Completamente assente un corso di laurea in fisica.
La rincorsa esasperata della retorica del merito e dell’eccellenza, con questi superdipartimenti raggiunge un apice preoccupante: in uno scenario pesantemente sottofinanziato, dove già la distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario avviene per una grossa fetta in modo cosiddetto ‘premiale’, vengono immesse ulteriori risorse che aumenteranno le disuguaglianze e che sono destinante, nel lungo periodo, a falsare pesantemente le ripartizioni ordinarie. Già a suo tempo avevamo sottolineato come fosse illogico da parte del Governo sostenere che non ci fossero risorse ordinarie aggiuntive per gli atenei quando poi queste si trovano per misure “premiali”: le risorse ci sono ma deliberatamente le si utilizza in modo sbagliato, senza focalizzare l’attenzione sulla necessità di avere una sostanziosa riprogrammazione del reclutamento, dell’investimento nelle strutture e nell’abbattimento ulteriore della contribuzione studentesca”.
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