ATENEI FUORILEGGE – Dossier2018Abbiamo presentato un nuovo dossier sulla contribuzione studentesca e sul rispetto degli atenei dei vincoli di legge sul tema. I dati, provenienti dal database della Ragioneria di Stato, sottolineano uno scenario sottofinanziato, dove la contribuzione studentesca ammonta al 22% del finanziamento statale. SCARICALO QUI.


In Italia un ateneo su due è fuorilegge, per quanto riguarda le tasse degli studenti. Secondo la legge, in ogni ateneo il gettito complessivo della contribuzione studentesca non deve superare il 20% di quanto ricevuto come finanziamento statale tramite il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Il numero degli atenei fuorilegge, che violano cioè la norma, si attesta a 33 (su un totale di 59 esaminati), si registra quindi una crescita sensibile dopo i tagli dell’accoppiata Tremonti-Gelmini del 2008-2010. Eppure il Ministero da anni, nonostante le nostre continue inchieste, sta in silenzio e non chiede agli atenei di rientrare nei limiti, comunque insufficienti, previsti dalla legge. Per questo abbiamo già fatto ricorso contro la Statale di Milano e l’Università degli studi di Torino impugnando i bilanci previsionali 2018. Ma il problema è sistemico, non basta la nostra azione legale. È il sottofinanziamento dell’università che ha condotto gli atenei ad innalzare le tasse: nel solo 2015 la somma richiesta oltre i limiti di legge ammonta a 259 milioni di euro!

Il FFO ricevuto dalle università statali, tagliato consistentemente durante l’ultimo Governo Berlusconi e poi rifinanziato in modo disomogeneo e altalenante, nel 2008 ammontava a 7,4 miliardi, nel 2015 a 7 miliardi. In sette anni 369 milioni di euro sono spariti dal finanziamento statale. Nel frattempo, la contribuzione studentesca che nel 2008 ammontava a 1 miliardo e 355 milioni, è arrivata a pesare 1 miliardo e 591 milioni di euro, in crescita costante. Gli atenei hanno scelto di rifarsi sulla fonte di finanziamento più sicura e infatti, in sette anni, il gettito prelevato dalle tasche di studenti e famiglie è aumentato di 236 milioni di euro: quindi due terzi (il 63%) dei tagli all’Università pesano direttamente sulle nostre spalle. Non solo è mancata una visione di lungo periodo e non sono state stanziate risorse adeguate, ma il Ministero troppe volte è stato colpevole di gravi ritardi nella comunicazione e assegnazione delle risorse destinate agli atenei, compromettendo un’adeguata programmazione.

I rettori, molte volte, ci rinfacciano che nel 20% non rientrano le tasse degli studenti fuori corso: non è vero. Per ben due volte, sui bilanci dell’Università di Pavia del 2010, 2011 e 2012 impugnati al TAR, il Consiglio di Stato ci ha dato ragione, visto che manca un decreto ministeriale che renda attiva la “norma Monti” per lo scorporo dei fuori corso da questo conteggio. Nell’ultima Legge di bilancio è stata anche inserita un’odiosa possibile esclusione dal conteggio per gli studenti internazionali: anche in questo caso, come per i fuoricorso, pensiamo ci sia un vizio di costituzionalità. È impensabile escludere degli studenti da un conteggio piuttosto che immettere dei fondi nel sistema al fine di abbassare la contribuzione studentesca! Servono maggiori risorse: va implementata la no-tax area e si deve andare nella direzione di una graduale abolizione delle tasse universitarie, le terze più alte d’Europa.

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