università apertaNumero Chiuso 17-18. In queste settimane la giustizia amministrativa ad ogni livello si sta pronunciando con decreti e ordinanze da parte dei vari organi in merito alle irregolarità riscontrate durante i test dello scorso settembre sui ricorsi  dell’Unione degli Universitari patrocinati dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia. Si tratta di provvedimenti tutt’altro che definitivi, pertanto invitiamo tutti alla massima cautela.
Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Avevamo segnalato come ancora una volta i conti non tornano. A nostro avviso esistono 177 posti, inizialmente riservati a studenti extracomunitari, che resteranno non assegnati, a dimostrazione di come il nostro Paese non sia attrattivo per l’estero. A questi si aggiungono 1700 posti di differenza tra la capienza massima degli atenei e il fabbisogno fissato, che rispecchia poi il contingente indicato nei bandi. Su entrambe queste posizioni ad oggi abbiamo ottenuto dei primi importanti pronunciamenti da parte dell’autorità giudiziaria, a conferma delle ragioni nostre e degli studenti interessati. L’iter giudiziario non è ancora concluso, ma se questi pronunciamenti saranno confermati nei prossimi gradi di giudizio, il MIUR dovrà immediatamente prenderne atto e procedere con le immatricolazioni. Vigileremo affinché sia rispettato il diritto allo studio degli studenti. Allo stesso modo, però, chiediamoa tutte le parti in causa, compresi altri studi legali di non giocare sulle spalle degli studenti stessi, alimentando speranze che poi potrebbero risultare vane.”
Conclude Elisa Marchetti: “L’autorità giudiziaria ci sta dando ragione anche per quanto riguarda il passaggio di corso ad anni successivi al primo, per quanto riguarda alte professionalità o studenti ad anni successivi di facoltà affini: non è necessario sottoporsi nuovamente al test se esistono posti rimasti liberi dopo il primo anno. Una rivendicazione che portiamo avanti da tempo, e che se confermata infliggerebbe un colpo mortale al numero chiuso e all’attuale modello di accesso. In questi giorni di campagna elettorale stiamo sentendo molti impegni in merito, spesso bipartisan: è venuto il momento di rivedere l’attuale modello e andare verso il libero accesso, eliminando definitivamente un sistema di programmazione inefficiente. Vogliamo il libero accesso.”

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