Statale di Milano - Studi Umanistici facoltà aperta La risposta dell’ateneo milanese, apparsa oggi su Scuola24, è sorprendente in quanto del tutto fuorviante rispetto al reale accadimento dei fatti. Chiunque abbia seguito a fondo la vicenda del numero chiuso a Studi Umanistici di Milano Statale sa bene che lo scorso settembre la giustizia amministrativa ha dato piena ragione all’Unione degli Universitari, circa il ricorso presentato contro l’introduzione della programmazione dell’accesso nei corsi umanistici della Statale.

Interviene l’avv. Michele Bonetti: “Con l’ordinanza n. 4478/2017, il TAR Lazio, Sez. III bis, statuiva testualmente: ‘Rilevato che i provvedimenti gravati intendono, nella sostanza, programmare l’accesso ai corsi che (…) non appaiono collimare con quelli richiamati dalle norme primarie … – che in particolare, la relazione dell’Università di Milano in atti conferma che gli atti gravati non sono stati ispirati da necessità legate all’utilizzazione di laboratori ad alta specializzazione, di sistemi informativi e tecnologici o comunque posti – studio personalizzati, bensì a carenza di un numero complessivo di docenti’. È dato quindi inconfutabile che l’Ateneo di Milano istituiva corsi ad accesso programmato in violazione dei criteri di cui all’articolo 2 della L. 264/1999. Allo stesso modo è inconfutabile che il ricorso presentato dall’UDU era fondato giuridicamente; il TAR Lazio, nella medesima ordinanza, scriveva: ‘Ritenuto pertanto che il ricorso evidenzi sufficienti profili di fondatezza e che sussistono profili di pregiudizio paventati dai ricorrenti’.”

Prosegue Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’UDU: “Il giudice amministrativo ha accolto le nostre richieste e sospeso “l’efficacia dei provvedimenti” emanati dal Senato Accademico dell’Università di Milano, tanto da bloccare lo svolgimento dei test il giorno precedente alla data prevista e permettendo di conseguenza a tutti gli studenti l’accesso libero ai corsi di laurea. Il 22 febbraio, nel giorno dell’udienza di merito al TAR Lazio, si è preso atto che l’Università avesse deciso di permettere l’accesso libero, ottemperando alla giustizia amministrativa. La sentenza ha confermato il blocco del test e tutte le iscrizioni intervenute. Di conseguenza il TAR Lazio ha dichiarato cessata la materia del contendere e, tecnicamente, il ricorso “improcedibile”. Proprio l’Avvocatura di Stato, nella sua nota aveva scritto che l’interesse oggetto della controversia era venuto meno poiché “A seguito dell’ordinanza cautelare n. 4478/2017 l’Ateneo ha immediatamente provveduto a sospendere i test di ammissione”. Affermare, come sostiene il Rettore Vago, che “oltre a non evocare mai alcun profilo di “illegittimità” nella decisione presa a suo tempo dal Senato accademico, la sentenza non si presenta in alcun punto sfavorevole alla Statale”, è del tutto fantasioso. Il Collegio del TAR ha ribadito l’illegittimità dell’operato dell’Ateneo, è scritto nero su bianco nei provvedimenti amministrativi!”

Aggiunge il legale Bonetti: “Inoltre, il principio affermato dal TAR Lazio per l’Ateneo di Milano è stato recentemente ripreso anche in altre sentenze su ricorsi sempre da noi presentati nel resto d’Italia. La decisione del TAR Lazio per l’Università di Milano ha avuto un effetto domino su diversi Atenei italiani. In questo caso la storia è fatta di atti giudiziari che non lasciano spazio ad alcuna personale interpretazione. La risposta dell’Universita’ e’ stata quella di chiudere altri corsi di laurea ponendo in essere un comportamento altrettanto illegittimo.”

Conclude la coordinatrice dell’UDU: “Partendo dal caso concreto della Statale, l’Unione degli Universitari ha messo in campo una campagna politica e sindacale che ci ha visto vincere su tutti i fronti. Abbiamo fatto sì che a Milano, così come in molti casi in altri Atenei, fosse ristabilito il libero accesso all’università. Abbiamo costretto il MIUR ad intervenire e modificare un Decreto sull’accreditamento oggetto di tantissimi ricorsi da parte nostra e dell’Avvocato Bonetti, decreto di cui noi avevamo chiesto, immediatamente dopo la pubblicazione, il ritiro, perché evidentemente dannoso per tutto il sistema accademico.”

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