È stata pubblicata la sentenza di merito da parte del TAR relativa alla previsione del numero programmato nel corso di Psicologia dell’Università di Torino. Si tratta di un ricorso all’interno della campagna “Effetto Domino”, lanciata dall’Unione degli Universitari per contrastare l’abuso che si stava facendo della programmazione dell’accesso negli atenei italiani.
Valeria Sartori, coordinatrice dell’Unione degli Universitari Torino, dichiara: “È una vittoria importantissima, l’ennesimo tassello del domino che crolla. Dopo i primi pronunciamenti semi favorevoli nella fase cautelare, che hanno permesso già da marzo a molti studenti di essere immatricolati, ieri è arrivata la certificazione delle nostre ragioni con una sentenza di merito che parla chiaro. È illegittimo qualsiasi numero chiuso che non si richiami esclusivamente all’articolo 2 della legge 264 del 1999. Gli studenti interessati hanno già dovuto attendere troppo, vedendo la propria carriera accademica sospesa: l’Ateneo torinese, come peraltro aveva già fatto in sede cautelare, provveda immediatamente a sciogliere ogni tipo di riserva nell’iscrizione degli studenti e a consentire l’immatricolazione regolare a tutti coloro che hanno sostenuto il test ad inizio anno accademico. Non è ammissibile alcun tipo di ritardo, specie in piena sessione d’esami. E siamo inoltre basiti dalla scelta dell’ateneo di riproporre nuovamente, per il prossimo anno, il numero programmato a psicologia. La riteniamo una scelta sconsiderata, e siamo pronti a presentare ricorso nelle prossime settimane se l’Universita’ non provvederà immediatamente a rivedere la sua scelta”.
Dichiara Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’UDU: “Avevamo denunciato sin da subito come nel caso torinese mancassero i requisiti minimi per l’istituzione del numero chiuso nel corso di Psicologia: il DM 987/2016, relativo ai criteri di AVA 2.0, ancora una volta, veniva interpretato in senso distorto come strumento utile per attuare politiche restrittive sull’accesso all’università. Così come a Milano, Roma, L’aquila alla fine abbiamo avuto ragione noi, hanno avuto ragione gli studenti. Ora l’Ateneo prenda atto di quanto accaduto: sospenda l’efficacia della delibera degli organi accademici relativa all’introduzione del numero chiuso a Psicologia anche per quest’anno e porti il corso al libero accesso. Altrimenti già dalla prossima settimana siamo pronti a ricorrere nuovamente davanti alla giustizia amministrativa. Sarebbe gravissimo continuare a giocare sulla pelle degli studenti.”
Conclude Marchetti: “Eravamo stati i primi a denunciare le storture che il DM avrebbe causato, venendo utilizzato dagli atenei come clava per limitare gli accessi all’univeristà. Abbiamo presentato ricorsi, vincendoli praticamente tutti, contro le applicazioni e le interpretazioni improprie di tale decreto, fino a costringere lo stesso Ministero ad intervenire e correggere in corsa il testo relativo ad AVA 2.0. Abbiamo reso evidente, giorno dopo giorno, grazie al lavoro perfetto portato avanti dai nostri legali dello studio Bonetti, quale dovesse essere l’interpretazione da dare alla norma in esame. Migliaia di studenti, grazie alla buona rappresentanza, quest’anno non si sono dovuti sottoporre alla lotteria dei test ed ora stanno continuando tranquillamente il proprio percorso accademico, senza alcun aggravio per gli atenei. Il nuovo Governo si è da poco insediato: rimedi subito alle carenze del proprio discorso alle Camere, dove l’istruzione è stata la grande assente. Ponga l’eliminazione del numero chiuso tra le priorità della propria azione.”
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