FIS 2017. In questi giorni, tenuto in sordina, è stato pubblicato sul sito del MIUR il Decreto di riparto delle risorse del Fondo integrativo statale – FIS 2017 per le borse di studio dell’anno accademico 2017/2018. Sono stati anche aggiornati, per effetto della variazione dell’Indice generale ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie, gli importi delle borse di studio e le soglie massime per accedere ai benefici (la soglia ISEE passa da 23.000 a 23.253 euro e la soglia ISPE da 50.000 a 50.550).
FIS 2017 : OTTO MESI DI RITARDO!
Con oltre otto mesi di ritardo rispetto alla scadenza fissata per legge è stato pubblicato il Decreto che distribuisce il fondo statale per le borse di studio per il 2017. I meccanismi esistenti rendono già di per sé la borsa di studio un rimborso delle spese sostenute dagli studenti, e con questi continui ritardi nella distribuzione di questo fondo abbiamo visto che le Regioni hanno avuto ulteriori problemi per erogare le borse di studio: anche in regioni dove non era mai successo (es. Emilia Romagna) alcuni atenei hanno dovuto anticipare o, addirittura, stanziare direttamente i fondi per poter garantire la copertura totale delle borse, in altre le università sono state obbligate ad aumentare il finanziamento, come l’ormai disastrosa prassi consolidata in Lombardia. Solamente in alcune regioni, in primis Piemonte e Toscana, l’intervento regionale ha evitato problemi nell’erogazione e nella copertura delle borse.
I finanziamenti rispetto all’anno precedente sono aumentati dei 6 milioni dovuti alla mancata attivazione delle superborse. Tuttavia continuano ad essere completamente insufficienti: per coprire il reale fabbisogno delle borse, come già denunciato più volte, servirebbero ulteriori 150 milioni di euro da parte dello Stato. Negli ultimi dati a disposizione, quelli dell’a.a. 2016/2017, gli idonei non beneficiari, che non hanno mai ricevuto la borsa di studio per mancanza di fondi, in Italia sono ancora 7500, distribuiti tra Calabria, Campania, Molise e Sicilia. Già dall’anno accademico 2017/2018, però, considerata questa ripartizione, la situazione si sta rivelando ancor più critica. Inoltre, ci sembra quantomeno anomalo che il Decreto parli della necessità di trasferire i fondi direttamente agli enti per il diritto allo studio e non alla Regione, visto che la norma di riferimento (Art. 1, comma 272, della legge 11 dicembre 2016, n. 232) è stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale (Sentenza 87/2018).
Il meccanismo della distribuzione in base al fabbisogno regionale mostra sicuramente una migliore ripartizione tra le regioni rispetto al passato, aiutando quelle che negli anni hanno visto aumentare gli idonei alla borsa. Tuttavia l’insufficienza del fondo rispetto al fabbisogno e, soprattutto, l’insensata quota premiale che incide nel riparto, hanno creato vari squilibri che rischiano di accentuarsi anche nel caso di un completo finanziamento. La quota premiale va completamente rimossa, per evitare che scelte politiche regionali possano ricadere sulle spalle degli studenti! È scattata la clausola di salvaguardia (una regione non può ricevere meno dell’80% di quanto ricevuto l’anno precedente) per ben 4 regioni: Lazio, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Altre regioni hanno visto un consistente aumento: la Sicilia vede quasi raddoppiato il proprio finanziamento (da 13 milioni euro a quasi 26 milioni, +95%), mentre la Sardegna vede un aumento del 47% (+3,6 milioni) e la Calabria del 41% (+3,8 milioni). Il nuovo Governo è insediato da settimane, ma non ha ancora battuto un colpo con le rappresentanze studentesche: serve che si attivi immediatamente per stanziare i 150 milioni di euro mancanti per le borse di studio e, soprattutto, che si impegni a erogare il FIS 2018 con i tempi dovuti, per non mettere in difficoltà le Regioni e, ancor più, danneggiare ulteriormente noi studenti.
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