CNSU. Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari ha approvato all’unanimità il Rapporto sulla Condizione Studentesca per il suo mandato 2016-2019. È il frutto di un lungo lavoro che è stato portato avanti dalle commissioni permanenti del CNSU e affronta nello specifico temi come il diritto allo studio, la didattica, l’internazionalizzazione e il mondo del lavoro; inoltre, dedica focus specifici al dottorato di ricerca, alle scuole di specializzazione e alla rappresentanza.
Questo rapporto è lo strumento più incisivo che abbiamo come organo di massima rappresentanza – spiega la Presidente del CNSU Anna Azzalin – e sarà compito di tutti saperlo sfruttare appieno e nel migliore dei modi per riportare al centro del dibattito politico l’Università. Per questo auspico che il MIUR e la politica tutta ne recepisca i contenuti, attenzionando le osservazioni e le richieste di chi l’Università la vive ogni giorno e ne è il vero attore protagonista.
Abbiamo lavorato in un contesto politico difficile, instabile e che non ha favorito iniziative politiche lungimiranti, soprattutto in ambito universitario, tali da invertire il trend di sottofinanziamento del sistema – prosegue Azzalin – e voglio ringraziare, soprattutto per questo, tutti i consiglieri che hanno contribuito alla stesura di questo enorme lavoro.
Non è stato facile reperire i dati e mettere a sistema tematiche così corpose e importanti – aggiunge Carlo Garau, capogruppo dell’UDU al CNSU– sono stati quattro mesi di lavoro intenso e non sempre facile, ma ritengo che la politica da questo rapporto potrà e dovrà imparare molto. Quello che è emerso, infatti, in continuità con il rapporto dello scorso CNSU, è proprio la scarsità di risorse in tutti i settori anche nel confronto con il resto dei Paesi europei, a cui dovremmo guardare non solo per giustificare sacrifici, ma anche per favorire nuovi investimenti: l’Italia continua a ricoprire gli ultimi posti nelle classifiche sul finanziamento pubblico dei sistemi universitari, è fanalino di coda in Europa per numero di laureati, immatricolati e iscritti complessivi, accontentandosi del raggiungimento di target ben meno ambiziosi rispetto a quelli dei partner UE, come avvenuto con gli obiettivi nazionali nel quadro Europa 2020.
Conclude Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari: “Chiediamo che il nuovo governo apra le porte al confronto con gli organi di rappresentanza e i soggetti rappresentativi del Paese. La politiche devono partire dall’analisi dei fatti e dei dati che restituiscono una situazione di estrema difficoltà per l’Università italiana. Un panorama che denunciamo costantemente nell’azione quotidiana dal livello locale a quello nazionale. Un vero governo del cambiamento deve avere come priorità il rifinanziamento dell’istruzione, i diritto allo studio e il libero accesso!”
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