Il MIUR ha pubblicato questa mattina il riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle università statali. Il capitolo generale di spesa passa da 6.981.890.720 euro del 2017 a 7.327.189.147 euro a disposizione delle università per il 2018, ma in realtà l’aumento è illusorio in quanto vincolato a capitoli di finanziamento straordinari e iniqui.

Dichiara Enrico Gulluni, neo-eletto coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari: “Il riparto del FFO 2018 sembra un gioco delle tre carte in cui a vincere sono sempre gli stessi atenei che da anni riescono ad accaparrarsi risorse per la sopravvivenza, in uno scenario tuttora sottofinanziato. L’aumento apparente di circa 300 milioni di euro è in realtà vincolato ai superdipartimenti (271 milioni di euro) e allo stanziamento una tantum sul recupero degli scatti stipendiali (50 milioni di euro): in particolare il finanziamento dei superdipartimenti avrà una distribuzione basata fondamentalmente sulla premialità e concentrata quasi esclusivamente al Nord, inasprendo ancor più del passato le disuguaglianze esistenti tra le aree del Paese”.

Prosegue il coordinatore nazionale dell’UDU: “L’unica nota positiva sembra arrivare dalla no-tax area ottenuta grazie alle nostre rivendicazioni: i fondi per coprire il mancato gettito dovuto alla no-tax area ammontano ora a 105 milioni di euro. Rispetto allo scorso anno aumenta la distribuzione di questi fondi al Sud (+121%) e al Centro (+105%), ma questo aumento non riesce minimamente a controbilanciare i meccanismi iniqui che determinano la distribuzione della quasi totalità del FFO. È sempre più evidente come la no-tax area esprima un grande potenziale: gli esonerati dal pagamento delle tasse nel 2016/2017 (161mila) erano il 9,5% del totale degli iscritti mentre nel 2017/2018 ammontano al 17,6% (292mila). Ma non è sufficiente: è necessario rifinanziare e innalzare la no-tax area per poter permettere agli atenei di garantire sempre con maggiore pienezza il diritto allo studio almeno al livello di altri Paesi europei (in Francia è esonerato dal pagamento delle tasse il 35% e in Germania il 25%)”.

Conclude Gulluni: “Serve rivoluzionare completamente il sistema di distribuzione dei fondi e rimpolpare le casse delle università statali: le disuguaglianze territoriali sono sempre più evidenti e non è più sufficiente pensare solamente di aumentare gli investimenti ma serve mettere in campo un finanziamento che vada a ripianare le distribuzioni inique dell’ultimo decennio! In uno scenario sottofinanziato serve eliminare qualsiasi forma di premialità, per superare la concorrenza spietata per la sopravvivenza: non è più tempo di provvedimenti spot, serve ripensare completamente il finanziamento dell’università programmando investimenti che permettano di tornare a reclutare, a rinnovare e ampliare le strutture, ad aumentare gli immatricolati.”

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