Ulteriore taglio a voci di investimento prioritarie in materia di diritto allo studio universitario e servizi ad esso connessi come borse di studio e alloggi nel nuovo PNRR a firma Draghi.

Alla vigilia della scadenza di consegna all’UE del PNRR a firma Draghi, la discussione passa in mano al Senato. Il nuovo documento, con consistenti modifiche rispetto alla prima bozza varata dal governo Conte, è stato fino a questo momento consultabile a pochi, confermando ancora una volta la volontà politica di rendere la costruzione del piano elitaria ed evitando discussione e confronto con gli attori maggiormente coinvolti dai provvedimenti previsti.

Né gli organi istituzionali di rappresentanza, né le organizzazioni studentesche sono state quindi ascoltate o incluse e il risultato, come si evince da una prima lettura del nuovo Recovery Plan, è un ulteriore taglio a voci di investimento prioritarie in materia di diritto allo studio universitario e servizi ad esso connessi come borse di studio e alloggi. Senza tener conto di come l’intera progettualità difetti di una distribuzione puntuale delle risorse a supporto delle regioni del Mezzogiorno per l’erogazione delle borse di studio.

“Sono circa 440 i milioni tagliati di netto dai servizi di istruzione, con pesanti conseguenze sulle misure che da anni chiediamo per avere un’università gratuita, pubblica e realmente accessibile” commenta Giovanni Sotgiu, coordinatore dell’Unione degli Universitari. “Sugli alloggi, ad esempio, nonostante si esprima la volontà di aumentare il numero attuale di posti letto da 40 a 100 mila entro il 2026, gli investimenti diminuiscono di circa 40 Mln di euro: un paradosso. Ma il più importante taglio è stato effettuato sulle borse di studio, ben 400 milioni in meno, nonostante si paventi la volontà di aumentare in media di 700€ gli importi delle borse e il loro numero. Scompare, inoltre, l’investimento previsto per garantire la no tax area per chi ha un ISEE fino a 23.500.

“I conti non tornano rispetto ai proclami del governo di questi giorni” continua Sotgiu “e questo è il sintomo di un palese disinteresse verso le tematiche legate al diritto allo studio. In un momento cruciale come questo non sono state coinvolte ed ascoltate le organizzazioni e gli organi di rappresentanza studentesca, ne consegue la totale assenza di seri investimenti volti a garantire il diritto di studiare a tutte e tutti e il relativo taglio di quasi mezzo miliardo di euro. Non ci spieghiamo come il governo voglia puntare ad incentivare il percorso e la formazione universitaria e ad aumentare il numero di laureati, quando, a fronte di una situazione che è già critica, cancella persino i già insufficienti investimenti previsti nella bozza precedente, lasciando presagire una forte assenza di garanzie per il futuro di migliaia di studenti e studentesse.

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