La legge di bilancio dimentica le universitarie e gli universitari, sacrificando il loro diritto allo studio. È duro il giudizio dell’Unione degli Universitari: per l’istruzione restano esclusivamente le briciole. Il sindacato studentesco denuncia come le promesse fatte siano state disattese dal Governo, rispondendo alla dichiarazione odierna della Ministra Bernini in cui esprime soddisfazione e parla di “interventi di ampio respiro”.

L’UDU aveva chiesto il rinnovo del fondo affitti, istituito nel 2020 e nel 2021, per il quale la Ministra Bernini aveva anticipato il parere favorevole del governo. “Effettivamente il fondo” spiega Camilla Piredda, coordinatrice dell’UDU “è stato approvato. Peccato che l’importo stanziato sia soltanto di quattro milioni, una cifra ridicola se si considera che in Italia ci sono circa 600mila universitari fuori sede. Ancora peggio, sulle borse di studio sono stati bocciati tutti gli emendamenti: l’aumento delle risorse ci sarà soltanto dall’anno accademico 2024/25. Eppure, le Regioni avevano chiesto al Parlamento di intervenire, in quanto il 15% delle borse di studio non vedono alcuna copertura economica. Questa situazione mette a rischio almeno 20mila studenti, che potrebbero non avere abbastanza disponibilità economica per proseguire gli studi. Ci sentiamo presi in giro dal Governo, il quale scarica tutta la responsabilità sugli atenei e sulle fasce deboli”.

Nessuna novità positiva neanche sul tema trasporti, sui finanziamenti agli atenei e sulle residenze universitarie. Continua Piredda: “Per la legge di bilancio, le problematiche dell’abitare non sono urgenti. Per il prossimo anno, la maggioranza parlamentare ha infatti deciso di stanziare soltanto 50 milioni aggiuntivi per la realizzazione di residenze. Sono cifre totalmente insufficienti: in Italia ci sono 40mila posti letto nelle residenze pubbliche, contro i 365mila della Francia e i 91mila della Spagna. Come se non bastasse, i fondi del PNRR per le residenze vengono utilizzati male: ad oggi, dei 960 milioni previsti, ne sono stati assegnati soltanto 150, principalmente a favore dei privati. Il quadro che emerge è totalmente desolante”.

Infine, l’UDU fa notare come le tempistiche della Legge di Bilancio abbiano reso impossibile alle rappresentanze studentesche esprimere un parere formale. A dirlo è Alessia Conti, Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari: “Il CNSU è stato convocato dal Ministero il 29 Novembre, a distanza di tre mesi dal Decreto di nomina. Peccato però che la Legge di Bilancio sia stata presentata al Parlamento soltanto il giorno prima. A questo si aggiunga il percorso parlamentare molto travagliato, nel quale non abbiamo avuto idea degli emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio fino al 23 dicembre. Le tempistiche ci hanno reso impossibile esprimere un parere puntuale. Questo nonostante la legge di bilancio rappresenti un momento fondamentale per studenti, dottorandi e specializzandi, specialmente in un contesto di crisi economica in cui il diritto allo studio viene messo in discussione. Il Governo deve ritagliare dei momenti di confronto con le parti sociali e le rappresentanze! Per questo motivo, come Consiglio abbiamo chiesto di avere un confronto durante le prossime sedute con la Ministra”.

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