Crisi abitativa, UDU protesta con la Commissione Europea: “Scellerata la proposta italiana di modifica del PNRR sugli alloggi universitari. Se numeri non tornano, intervenga la magistratura”
Dopo il congelamento di 500 milioni di euro del PNRR, l’Italia ha presentato una proposta di modifica alla Commissione Europea sugli alloggi universitari. L’Unione degli Universitari ha analizzato la proposta italiana e ha scritto una lettera allarmata ai funzionari di Bruxelles, parlando di “proposta sbagliata e scellerata”.
“Esprimiamo forti preoccupazioni – si legge nella lettera inviata stamani – su come l’Italia intende raggiungere l’obiettivo di creare 60.000 posti letto aggiuntivi per gli studenti universitari. Le autorità italiane persistono nella loro strategia, incapaci di ammettere i loro errori e ignorando gli appelli di esperti, parti sociali e sindacati. La modifica proposta conferma questa direzione errata, rischiando di favorire ulteriori speculazioni e distorcere le dinamiche di mercato”.
Sul banco degli accusati finisce in particolare la volontà dell’Italia di forfettizzare gli importi concessi, alleggerendo allo stesso tempo i controlli da parte della Commissione Europea. Simone Agutoli, responsabile delle politiche abitative per l’UDU, illustra gli effetti negativi: “Al Governo italiano non piacciono gli interventi di riqualificazione urbana. Punta soltanto all’acquisizione massiva di posti letto, dando un contributo unitario di circa 15mila euro e prediligendo i soggetti privati. Abbiamo fatto presente alla Commissione Europea come questa operazione guardi soltanto alla quantità e non alla qualità. Se al Governo vanno bene posti letto con tariffe mensili di 700€ e vuole eliminare i controlli europei sull’effettiva assegnazione dei posti letto, troverà la nostra opposizione. Il rischio è che l’offerta abitativa complessiva non aumenti sensibilmente, in quanto il piano punta alla compravendita immobiliare e non all’effettivo recupero di posti letto. Uno schiaffo in faccia agli studenti che hanno protestato in tenda per l’emergenza abitativa”.
L’UDU chiede quindi alle istituzioni europee la massima vigilanza, oltre a fare una controproposta forte: dimezzare il numero dei posti letto da realizzare, creandone 30mila entro 2026. A condizione però che siano disponibili a costi bassi, al massimo 220€ al mese, in modo che risultino compatibili con le borse di studio. Il concetto è: meglio pochi sicuri fatti bene, che rischiare con tanti fatti male.
Ma la modifica del PNRR non è l’unico elemento che preoccupa il sindacato studentesco, tanto da arrivare ad ipotizzare la necessità di un intervento della magistratura se i numeri non dovessero tornare. Continua Agutoli: “Il Ministero ha dichiarato che solo il 20% dei posti letto realizzati finora dai privati andranno al Diritto allo Studio. Si tratta di circa 1.260 posti letto, ma manca trasparenza sui posti letto realizzati. Per questo motivo, nei prossimi giorni faremo una verifica su undici diverse città, chiedendo i dati a Ministero, Università ed Enti Regionali. Se i numeri pubblicizzati dal Ministero non troveranno puntuale riscontro, valuteremo gli estremi per un presentare un esposto. Ci sono evidenti errori nella gestione del PNRR che non possono restare impuniti”.
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