Sulla riforma del numero chiuso a Medicina intervengono anche le associazioni studentesche. “Apprendiamo dalla stampa – dichiara Federico Amalfa dell’Unione degli Universitari – l’intenzione del governo di modificare il test di accesso a medicina. La maggioranza ci pare però in grande confusione”.
“La senatrice Bucalo – continua Amalfa – ha infatti depositato un Disegno di legge che sposta il filtro d’accesso al termine del primo semestre. Ci preoccupa che alcune modifiche potranno riguardare anche l’anno in corso, senza alcun preavviso o coinvolgimento reale della rappresentanza studentesca. Tra marzo e maggio, infatti, si svolgeranno dei nuovi test d’accesso basati però su una banca dati pubblica a disposizione dei candidati”.
“I cambiamenti proposti dalla maggioranza non risolvono i problemi principali del numero chiuso e anzi ne creano altri. La riforma non cambierebbe infatti il problema genetico del numero chiuso che rimarrebbe un sistema elitario, appannaggio di pochi e rispondente alla logica tossica del merito. Una logica che sarebbe anzi esasperata, in quanto si spingerebbero gli studenti a performare al massimo per sostenere tutti gli esami, in pochissimi mesi, sovraccaricando altri corsi di studio che centrano poco nulla con Medicina. Non si capisce poi – conclude il rappresentante dell’UDU – perché il governo pensi solo a Medicina, quando servirebbe un superamento strutturale di tutti i numeri programmati. A differenza del solito, chiediamo con forza che la Ministra Bernini e la Commissione Cultura ci coinvolgano nei lavori preparatori, cercando un’intesa con associazioni studentesche e CNSU”.
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