tasse universitarie, libri e soldi richiamano il concetto

Guida all’ISEE Universitario e ai tuoi diritti

In questa guida, esploriamo le problematiche e le domande comuni relative alla presentazione dell’ISEE Universitario, necessario per le università statali in Italia. Affronteremo le questioni legate al termine di presentazione, alle possibili conseguenze di una presentazione tardiva (isee universitario tardivo) e daremo consigli utili su come affrontare queste situazioni. L’obiettivo è fornire alle studente e agli studenti, nonché alle loro famiglie, una risorsa informativa completa, per navigare meglio nel sistema universitario italiano.

Infatti, sono ancora molti gli atenei statali italiani che prevedono, per gli studenti che non abbiano presentato il proprio ISEE entro una certa data, l’addebito automatico del contributo massimo, pari a migliaia di euro. Si tratta di una prassi che l’Unione degli Universitari ritiene illegittima, strabordando dall’autonomia concessa agli atenei. Se hai bisogno di maggiori informazioni o aiuto, puoi contattare le base territoriale di tua competenza oppure l’esecutivo nazionale.

Cosa è l’ISEE Universitario?

L’ISEE universitario è un indicatore economico specifico per gli studenti universitari in Italia. È basato sul modello ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), ma adattato per valutare la capacità contributiva delle loro famiglie. Questo indicatore considera vari fattori, come il reddito familiare, il patrimonio mobiliare e immobiliare, il numero di membri nel nucleo familiare. La principale differenza con l’ISEE ordinario riguarda il fatto che per l’ISEE universitario si valuta la possibile dipendenza economica dello studente dal nucleo familiare: anche se i genitori non vivono insieme allo studente, se quest’ultimo non dovesse risultare come “indipendente” sulla base di determinati requisiti, vedrà il suo ISEE Universitario integrato da quello dei genitori.

Lo scopo principale dell’ISEE universitario è determinare l’importo delle tasse universitarie e l’accesso a eventuali borse di studio, alloggi oppure altre agevolazioni finanziarie. Più basso è il valore dell’ISEE, maggiori sono le possibilità di ricevere supporto economico.

Quando lo studente viene considerato indipendente?

Per essere riconosciuto come studente indipendente ai fini dell’ISEE universitario, è necessario soddisfare entrambi i seguenti criteri:

  • Residenza: Lo studente deve vivere fuori dalla casa familiare per almeno due anni prima della presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), in un immobile che non appartiene a un membro della sua famiglia d’origine.
  • Reddito: Deve essere dimostrato un reddito annuo di almeno 9.000 euro, derivante da lavoro dipendente o assimilato, per ciascuno dei due anni precedenti la presentazione della DSU.

Se non vengono soddisfatti entrambi questi requisiti, lo studente è considerato parte del nucleo familiare di origine per il calcolo dell’ISEE universitario.

Come fare richiesta per l’ISEE Universitario?

Per la richiesta dell’ISEE universitario è possibile ricorrere all’assistenza di un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) in maniera gratuita, oppure di un commercialista. Questa può essere fatta anche online attraverso il sito dell’INPS. La procedura inizia con la raccolta di tutti i documenti necessari, che riguardano il reddito, il patrimonio e le informazioni personali dello studente e dei suoi familiari. Questi dati vengono poi utilizzati per compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).

Qualche avvertenza importante! Assicurati di fare richiesta specifica per il DSU Universitario, segnalandolo al CAF o al commercialista: è necessario infatti compilare il modulo MB.2 del quadro C della DSU. È importante assicurarsi che le informazioni fornite siano accurate e complete, iniziando il processo in tempo per rispettare eventuali scadenze. Suggeriamo di rivolgersi alla Rete CAAF della CGIL (link sedi territoriali).

Non ho presentato l’ISEE Universitario in tempo. Cosa posso fare per non pagare il massimo di tasse?

L’Unione degli Universitari ha preparato una lettera diffida da compilare (LINK) per chiedere alla propria università di rispettare la normativa nazionale ed ottenere un ricalcolo della contribuzione studentesca che sia proporzionale alla propria condizione economica. La lettera deve essere compilata in tutte le parti evidenziate in giallo, allegando la propria certificazione isee. Va quindi inviata, preferibilmente via pec, agli indirizzi mail del proprio ateneo: ufficio protocollo, ufficio tassazione e Rettorato; per conoscenza suggeriamo di inviarla anche a tasse@unioneuniversitari.it.

Ovviamente, nel caso in cui l’ateneo non dovesse rispondere positivamente, resta possibile adire le vie legali per impugnare il provvedimento denegatorio e il regolamento dell’ateneo, ottenendo anche il supporto dell’Unione degli Universitari. Il ricorso amministrativo ha però un costo che deve essere considerato, che è possibile abbattere dividendo la spesa con altri ricorrenti che si trovino nella stessa identica situazione.

Per la tassazione studentesca, è legittimo imporre un termine perentorio per presentare l’ISEE?

Secondo noi, il termine per la presentazione dell’ISEE può essere soltanto qualificato come una scadenza ordinatoria e non perentoria, altrimenti sarebbe da considerarsi illegittima. La normativa vigente è infatti inequivocabile:

  • La Legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Legge di stabilità 2017) all’art. 1, comma 1005, prevede che “gli atenei emanano il regolamento di contribuzione studentesca nel rispetto dei criteri di equità, gradualità e progressività, prevedendo l’obbligo di esonero totale o parziale per gli studenti con ISEE inferiore a 30.000 euro. Il regolamento determina le modalità di versamento del contributo onnicomprensivo annuale, in una o più rate, unitamente alle maggiorazioni dovute in caso di ritardo nel versamento”.
  • Il D.lgs. 68/2012 prevede all’art. 9 che “ai fini della graduazione dell’importo dei contributi dovuti per la frequenza ai corsi di livello universitario, le università statali valutano la condizione economica degli iscritti secondo l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE)”.
  • Il Decreto Ministeriale del Ministero dell’università e della ricerca del 3 agosto 2021, prevede che “si provvede alla attribuzione delle risorse nel seguente modo […] dati relativi agli esoneri totali o parziali, rilevati al 15 aprile di ogni anno. Tali dati sono utilizzati ai fini dell’assegnazione definitiva e dell’erogazione delle restanti risorse”. Gli atenei, pertanto, possono segnalare al Ministero gli studenti esonerati ad anno accademico inoltrato.

Quindi è illegale fare pagare il massimo di tasse?

Alla luce della normativa vigente, un’eventuale disposizione interna all’ateneo contenente un termine per la presentazione dell’ISEE, non può che essere interpretata in maniera conforme all’ordinamento. Come tale, il termine deve essere considerato come termine ordinatorio. Il semplice mancato rispetto di una scadenza non può infatti comportare la decadenza dal diritto ad ottenere una contribuzione studentesca che sia correlata alla propria capacità economica, a maggior ragione se la presentazione avviene in una data antecedente al 15 aprile.

La previsione di un termine perentorio sarebbe altrimenti illegittima, in quanto contrastante con i principi di equità, gradualità e progressività previsti dalla normativa. Sarebbe inoltre ingiusto dal momento che penalizzerebbe oltre ogni ragionevole livello gli studenti che si trovano in difficoltà economica. Questo fatto non cambia anche se l’ateneo dovesse proporre il pagamento dilazionato. Ciò che potrebbe fare l’ateneo, invece, è individuare delle maggiorazioni nel caso di superamento del termine anziché imporre automaticamente e inderogabilmente il livello massimo di tassazione: si tratta di un importo soggettivamente e oggettivamente irrazionale.

Qual è l’attuale situazione della presentazione tardiva negli atenei italiani?

Secondo un’indagine promossa nel 2022 dall’UDU sui dodici atenei pubblici del nord-ovest, tre università non prevedevano ancora la possibilità di presentare l’isee tardivamente. L’esito è paradossale: alcuni studenti con redditi bassissimi si sono ritrovati a dover pagare oltre 3.000€ in un anno, solo per poter studiare in un ateneo pubblico, talvolta essendo obbligati a rinunciare agli studi. L’analisi ha riguardato soltanto quattro regioni, ma anche nelle altre parti d’Italia la situazione è delle più varie e disparate.

Università ISEE Mora, scadenze e dettagli
Statale di Milano Entro il 15 febbraio, 250€ di mora – se lo studente è iscritto al 1° anno magistrale, entro il 28 febbraio senza mora
Bicocca di Milano No Il massimo da pagare per gli studenti in corso è di circa 3.600€
Politecnico di Milano La seconda rata è calcolata sempre sull’ISEE del secondo anno solare di riferimento
Bergamo Entro il 30 settembre, 150€ di mora
Brescia Entro il 15 giugno, 250€ di mora
Insubria Entro il 27 maggio, mora di 300€, bisogna presentare un’istanza comprovante le gravi ragioni che hanno determinato la mancata presentazione
Pavia Entro il 30 settembre, mora di 330€, bisogna presentare un’istanza per gravi motivi
Piemonte Orientale No Il massimo da pagare per gli studenti in corso è di circa 2.800€
Torino Entro il 22 febbraio, 150€ di mora
Politecnico di Torino Sistema complesso con varie scadenze, entro il 15 aprile oppure il 16 luglio con mora di 150€ o 200€ in base alle casistiche
Genova Entro il 20 aprile, 200€ di mora
Valle d’Aosta No Il massimo da pagare per gli studenti in corso è di poco superiore a 3.000€

La scadenza dell’ISEE per le borse di studio è perentoria?

Sì, la scadenza per la presentazione dell’ISEE ai fini dell’accesso a borse di studio, alloggi e altri benefici legati al diritto allo studio è normalmente considerata perentoria. Questo perché tali procedure sono assimilabili a concorsi con graduatoria, dove l’ente deve poter chiudere il bando entro una data stabilita, verificare il rispetto dei criteri e redigere le graduatorie. Tuttavia, in alcuni casi possono essere concesse proroghe, ma questo dipende dalla specifica politica dell’ente o dell’università. Questo non esclude comunque altre potenziali illegittimità nel bando.

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