Stanotte la maggioranza ha bocciato l’emendamento sulla proroga
Stanotte le Commissioni riunite di Affari Costituzionali e Bilancio hanno bocciato l’emendamento delle opposizioni (PD, M5S e AVS) che chiedevano di prorogare al 15 giugno l’anno accademico 2022/2023. L’obiettivo era quello di lasciare più tempo ai laureandi che avevano vissuto i disagi del Covid-19 sulla propria carriera, inserendo una sessione straordinaria ad inizio giugno ed evitando di pagare le tasse universitarie per un intero anno.
In deroga alle disposizioni dei regolamenti di ateneo e delle altre istituzioni della formazione superiore, l’ultima sessione delle prove finali per il conseguimento del titolo di studio relative all’anno accademico 2022/2023 è prorogata al 15 giugno 2024. È conseguentemente prorogato ogni altro termine connesso ad adempimenti didattici o amministrativi funzionali allo svolgimento delle predette prove.
Il Governo ha rifiutato qualsiasi confronto sulla proroga dell’anno accademico, nonostante avessimo rivolto diversi appelli alla Ministra Bernini e alla maggioranza. spiegando i disagi che gli studenti hanno vissuto con le chiusure delle attività in presenza degli atenei. Anche il CNSU aveva approvato all’unanimità a dicembre una mozione con le medesime richieste. Nulla di questo è servito, il Governo non ci ha manco risposto.
E ora, cosa succede?
Teoricamente è possibile presentare nuovamente l’emendamento durante il passaggio in aula, ma sembra che domani il Governo porrà la fiducia sull’approvazione del Decreto Milleproroghe, senza alcuna modifica. Questo farebbe decadere in automatico gli emendamenti presentati in Aula. Diventa pertanto molto difficile ottenere la proroga nazionale dell’anno accademico, uniforme per tutti gli atenei. Questa bocciatura non impedisce comunque agli atenei di disporre in autonomia una proroga, oppure di introdurre perlomeno forme di agevolazione o scontistica sulla contribuzione studentesca a favore di coloro che si laureeranno nei prossimi mesi. Ci attiveremo negli atenei per tutelare i laureandi.
Aggiornamento del 20 febbraio 2024
L’Unione degli Universitari prosegue con determinazione la sua azione per ottenere condizioni più favorevoli per coloro che stanno per laurearsi, insistendo sulla necessità di una proroga dell’anno accademico. Nei giorni scorsi, è stata inviata una lettera alla CRUI per sensibilizzare i rettori sull’importanza di lasciare maggiore tempo per la sessione di laurea.
In aggiunta, su sollecitazione dell’UDU, le opposizioni parlamentari hanno presentato ieri alla Camera dei deputati due Ordini del Giorno per impegnare il Governo a concedere la proroga. Gli OdG sono stati approvati, sebbene in forma non vincolante, lasciando al Ministero dell’Università la decisione finale previa consultazione con la CRUI. Questa situazione giuridica, benché esprima un’apertura del Governo verso la proroga, non obbliga ad alcuna azione concreta, lasciando spazio a discrezionalità e incertezza sulle modalità di attuazione. Auspichiamo quindi un urgente intervento legislativo vincolante tramite ad esempio un decreto-legge, per cui l’UDU sta esercitando pressione su MUR e CRUI. Vista l’incertezza, sottolineiamo comunque l’importanza che gli atenei inizino a muoversi in autonomia per rispondere alle esigenze degli studenti laureandi, anche in assenza di una decisione nazionale chiara e definitiva.
Aggiornamento dell’ 11 marzo 2024
Dopo l’approvazione dell’ordine del giorno alla Camera dei deputati e considerata la mancanza di risposta da parte della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), abbiamo inviato una lettera alla Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, firmata dal capogruppo dell’Unione degli Universitari in CNSU. In questa lettera, abbiamo esortato la Ministra a intervenire sulla proroga dell’anno accademico, dando seguito agli ordini del giorno approvati alla Camera.
La risposta della Ministra Bernini alla nostra richiesta ha indicato una comprensione delle nostre ragioni, ma ha sostenuto che non vi siano più gli estremi per un intervento legislativo nazionale, considerato che è passata la fase acuta emergenziale della pandemia. La Ministra suggerisce che la decisione possa essere rimessa all’autonomia dei singoli atenei, e dichiara di star cercando un dialogo con la CRUI in merito. Riteniamo questa risposta tardiva e insoddisfacente, in quanto scarica di fatto la responsabilità sugli atenei senza una decisione politica chiara e uniformatrice da parte del Ministero, che dovrebbe rappresentare gli interessi della collettività.
A seguito della mancata risposta della CRUI e della risposta insoddisfacente della Ministra, abbiamo deciso di invitare entrambe le parti, il Ministero e la CRUI, alla prossima seduta del CNSU. La Ministra ha dichiarato la sua disponibilità a partecipare a questa riunione nella lettera prima citata. Auspichiamo che questa riunione possa interrompere il reciproco scarico di responsabilità e portare finalmente a una risposta chiara per la comunità studentesca e nello specifico per i laureandi, che attendono da troppo tempo una decisione sugli sviluppi dell’anno accademico e sulla proroga dell’anno accademico.
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