Gravi errori, si indaghi. Meloni e Bernini chiariscano come vengono spesi soldi, basta regali inutili ai privati

Dopo l’attacco della Presidente Meloni di pochi giorni fa, l’Unione degli Universitari torna sul tema degli alloggi universitari finanziati con il PNRR. Stamani, il sindacato studentesco ha infatti mandato una nuova lettera a Ursula von Der Leyen e depositato una denuncia alla Corte dei conti.

“Il governo italiano – spiega Simone Agutoli, referente dell’Udu per la questione abitativa – l’anno scorso ha dovuto mettere quasi 300 milioni di euro per gli alloggi universitari che la Commissione Europea aveva rifiutato di finanziare, in quanto l’Italia chiedeva soldi per posti letto già esistenti da anni. Chiediamo alla Procura contabile di fare chiarezza sulle responsabilità di questa spesa inutile, accertando la possibile esistenza di un danno erariale. Queste risorse dovevano essere utilizzate per realizzare migliaia di nuovi posti letto, peccato che il Governo abbia preferito regalarle a soggetti privati in cambio di un vincolo parziale e limitato. Infatti, per alcuni anni dovranno affittare a prezzo calmierato il 20% dei posti letto, direttamente agli enti regionali per il diritto allo studio”.

“Dagli accessi civici effettuati recentemente in quindici diversi enti regionali – rivela Agutoli – abbiamo potuto verificare che, in alcuni casi, gli enti arrivano a pagare 380€ al mese per posto letto. Oltre al danno, la beffa. Non solo lo Stato ha versato fino a 40mila euro per posto letto, ma poi anche le Regioni si ritrovano a versare ogni mese un sacco di soldi per l’affitto. Questo meccanismo perverso non ha senso. Il Governo deve chiarire perché, dopo la bocciatura della Commissione Europea, abbia deciso di farsene carico, attaccando l’Udu e la Cgil perché si sono messi di traverso”. L’Udu segnala come non sia stato in grado di effettuare verifiche presso il Politecnico di Milano e l’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari dell’Aquila: entrambi non hanno risposto alle richieste di accesso, rifiutandosi quindi di inviare gli accordi stipulati e violando la normativa vigente sulla trasparenza.

Le nuove regole tutelano il Diritto allo Studio. La Commissione Europea non faccia finta di nulla

E per il futuro, cambiano parzialmente le regole con cui verranno realizzati gli alloggi universitari finanziati dal PNRR. Ma secondo l’Udu, il miglioramento è solo apparente, dal momento che i vincoli restano provvisori e molto limitati. Per questa ragione hanno scritto nuovamente alla Commissione Europea: “Crediamo che la Commissione abbia delle precise responsabilità nell’accertarsi che le risorse del PNRR siano spese nel modo migliore, specialmente nel caso in cui venga concessa una rimodulazione, aumentando lo stanziamento per gli studentati a 1,2 miliardi di euro. Nella lettera inviata oggi, chiediamo il rispetto da parte del Governo italiano degli obblighi di coinvolgimento delle parti sociali. Finora, invece, la Ministra Bernini ha escluso e beffeggiato le associazioni studentesche”.

“La Commissione Europea – ribadisce Agutoli – dovrebbe anche interrogarsi sulla qualità e sulla utilità delle misure finanziate. Il PNRR ha l’ambizione di essere un investimento per la ripresa economica e sociale dell’Unione Europea dopo la pandemia, nonché di migliorare l’accesso all’istruzione superiore. Eppure, sugli alloggi il Governo italiano si è limitato a prevedere uno sconto ridicolo del 15% sul canone di mercato, vincolando allo stesso tempo il 30% dei posti letto alle graduatorie del diritto allo studio, per soltanto 12 anni. Ma dal terzo al dodicesimo anno le Regioni dovranno pagare il 75% del prezzo di mercato, con un esborso annuo pari almeno a 100 milioni di euro. Peccato che queste risorse non ci siano, come abbiamo spiegato alla Presidente von Der Leyen e al Commissario Gentiloni”.

“Il piano sugli alloggi universitari da realizzare con il PNRR fa acqua da tutte le parti. È nato male e prosegue male. Meloni e Bernini sono responsabili di uno spreco immenso di denaro che crea dannose dinamiche speculative, mentre il diritto allo studio viene messo in secondo piano. Il Governo la smetta di attaccarci ma invece faccia chiarezza su come sono state spese finora le risorse. Siamo ancora in tempo per fermare un progetto scandaloso”.

 

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