L’Unione degli Universitari (UDU) ha presentato oggi la ricerca “Università, quanto mi costi“, un’analisi dettagliata sulla situazione delle tasse universitarie in Italia. Alla conferenza stampa hanno portato un contributo anche Lara Ghiglione (segretaria confederale CGIL) e Gianfranco Bocchinfuso (Rete 29 Aprile)

 

QUASI 1000€ ALL’ANNO PER STUDIARE, MA PER IL MASTER VA PEGGIO

La ricerca dimostra come, in Italia, la tassa media per gli studenti iscritti agli atenei pubblici oscilli tra i 900€ e i 1000€, mentre per gli atenei privati si arriva a una media di 3.408€ annui. Invece, un master presso un ateneo pubblico viene in media 3.543€ all’anno. Il gettito complessivo derivante dalla contribuzione studentesca per gli atenei pubblici italiani si attesta intorno a 1,5 miliardi di euro che diventano 1,8 miliardi considerando tutti i proventi per la didattica.

“Questo dato – sottolinea Simone Agutoli dell’Esecutivo Nazionale dell’Udu – dimostra come le università dipendano in maniera preoccupante dalle tasse degli studenti per il proprio sostentamento finanziario. È inaccettabile che il governo non intervenga per garantire un’adeguata copertura finanziaria degli atenei tramite fondi pubblici”.

 

IL CONFRONTO IMPIETOSO CON IL RESTO DELL’EUROPA

Il rapporto prosegue con un confronto con il resto dell’Europa “La tassazione universitaria italiana è tra le più alte d’Europa, nonostante dal 2017 al 2021 ci siano stati alcuni interventi calmieranti che hanno innalzato l’esonero totale a 22mila punti ISEE. Ci preoccupa però che il Governo Meloni abbia fermato qualsiasi progresso nella riduzione delle tasse, esponendo gli studenti al rischio di un ulteriore aumento” dichiara sempre Agutoli, il quale critica la Ministra Bernini per aver recentemente parlato di un 40% di studenti che non pagano le tasse.

“Tale percentuale – puntualizza Agutoli –  è valida solo per gli studenti che frequentano gli atenei statali, non per la totalità degli studenti universitari italiani. Ad oggi, meno di un universitario su tre non paga le tasse universitarie. Tra l’altro, molti atenei non ricevono adeguati rimborsi dal Ministero per gli esoneri concessi, creando un’ulteriore disparità finanziaria. Questo squilibrio colpisce soprattutto gli atenei del Sud Italia, dove il numero di studenti esonerati è molto elevato. È essenziale che il Ministero garantisca un’entrata media uniforme per tutti gli iscritti”.

ENORMI DIFFERENZE TERRITORIALI

La ricerca evidenzia poi enormi divari territoriali nella tassazione media tra gli atenei italiani. Le università del Nord Italia tendono a ottenere un gettito estremamente più elevato rispetto a quelle del Sud, aggravando ulteriormente le disuguaglianze regionali. Si passa da una tassa media per iscritto pari a 400-500€ per Sassari, Foggia, Napoli Orientale e Calabria fino a un massimo di 1400-1600€ per Insubria, Politecnico di Milano e i due atenei di Venezia. L’ateneo con il gettito più alto percepisce una tassa media che è superiore di tre volte e mezzo quella dell’ateneo con il gettito più basso.

ALMENO 11 ATENEI SONO FUORILEGGE

“Denunciamo – continua Agutoli – come almeno 11 atenei italiani superino il limite massimo di legge. Il DPR n. 306/1997 impone che le università possano chiedere al massimo il 20% di contribuzione studentesca rispetto al finanziamento ordinario statale, come stabilito recentemente dal Consiglio di Stato che ci ha dato ragione in occasione di un importante ricorso contro l’Università di Torino, condannandola a rimborsare 39 milioni di euro. Secondo una prima simulazione, sono infatti 11 gli atenei fuorilegge (Insubria, Politecnico di Milano, Venezia Ca’ Foscari, Milano Bicocca, Milano Statale, Verona, Bologna, Piemonte Orientale, Modena-Reggio Emilia, Padova e probabilmente Venezia IUAV) che superano il limite di legge, raccogliendo illegalmente 68 milioni di euro. Con una seconda simulazione, altri 3 atenei (Udine, Pavia e Torino) si aggiungono alla lista, portando il totale dello sforamento a 92 milioni di euro. È gravissimo che questo accada e che il Governo faccia finta di nulla”.

Concludendo, Agutoli afferma: “L’UDU propone un modello più equo e accessibile per la contribuzione studentesca. Il nostro obiettivo finale è quello di rendere l’istruzione universitaria completamente gratuita, finanziata dalla fiscalità generale grazie a uno stanziamento aggiunto pari a 2,2 miliardi. Solo così potremo eliminare qualsiasi barriera all’accesso e favorire un accesso alla conoscenza diffuso e democratico. Ancora oggi, se non sei esonerato per motivi reddituali o di merito, per studiare all’università subisci una tassazione molto pesante; mentre i master risultano quasi sempre inaccessibili. Chiediamo alla Ministra Bernini di garantire adeguati finanziamenti e impedire gli aumenti delle tasse universitarie che stiamo vedendo in alcuni atenei”.

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