Diritto alla casa

Tasse universitarie

Spazi sicuri

Proroga anno

Tirocini retribuiti

Salute mentale

Voto fuorisede

Ambiente

Esteri

Diritto alla casa

Le tende arrivano a Montecitorio

17 ottobre 2024

Dalle tende al PNRR: vogliamo studentati pubblici

Negli ultimi anni, trovare una casa per gli studenti universitari è diventato sempre più difficile. Gli affitti sono saliti alle stelle, i posti nelle residenze universitarie pubbliche sono troppo pochi e la speculazione immobiliare ha aggravato il problema. L’Unione degli Universitari si è battuta con forza per il diritto alla casa, ottenendo risultati importanti, ma la situazione è ancora critica. Servono interventi strutturali per garantire alloggi dignitosi e accessibili a tutti gli studenti.

Grazie alle mobilitazioni dell’UDU, il tema della residenzialità studentesca è tornato al centro del dibattito politico. Il simbolo di protesta della tenda ha attraversato tutta Italia, portando l’attenzione sulla questione abitativa. Inoltre, monitorando il caro affitti nelle principali città universitarie, l’UDU ha sensibilizzato l’opinione pubblica e le istituzioni sulle difficoltà economiche degli studenti fuori sede.

L’UDU ha promosso azioni simboliche di protesta per denunciare la mancanza di alloggi e la turistificazione, che sta spingendo gli studenti fuori dalle città. Sul piano politico, ha scritto emendamenti alla legge di bilancio per aumentare i posti letto nelle residenze pubbliche e cercare di bloccare l’aumento incontrollato degli affitti.

A livello europeo, l’UDU ha inviato una lettera alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per esprimere preoccupazione sulla gestione dei fondi del PNRR destinati agli alloggi universitari. Ha sollevato dubbi sul numero effettivo di posti letto realizzati rispetto a quanto dichiarato dal governo italiano, interrogando direttamente la Ministra Bernini attraverso il CNSU. Inoltre, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, chiedendo trasparenza e un’indagine sull’uso di questi fondi.

Un altro problema denunciato è stato il rimborso affitti per gli studenti fuorisede: arrivato con un anno di ritardo e con importi ridicoli, appena 23 euro al mese, una cifra del tutto insufficiente rispetto ai costi reali.

Per aiutare concretamente gli studenti, l’UDU, insieme a CGIL e SUNIA, ha pubblicato la “Guida agli affitti per studenti fuorisede“, un manuale di 40 pagine che spiega tutto: dalla ricerca di un alloggio alla firma del contratto, fino alle agevolazioni fiscali, per evitare truffe e fornire strumenti utili a studenti e famiglie. Insieme a CGIL e SUNIA, l’UDU ha poi presentato il rapporto “Casa: un’emergenza irrisolta”, che fotografa la crisi abitativa in Italia. Il documento evidenzia la mancanza di studentati pubblici, la scarsità di edilizia residenziale pubblica e la difficoltà nel trovare contratti di affitto a prezzi calmierati.

Per dare più voce agli studenti, l’UDU ha partecipato al Social Forum dell’Abitare, una rete nazionale nazionale per promuovere il diritto alla casa e la creazione di politiche abitative giuste e sostenibili. Infine, l’UDU ha presentato alla Camera dei Deputati l’emendamento “Salva PNRR” per migliorare la gestione dei fondi destinati agli alloggi universitari, cercando di coinvolgere di più gli atenei e i comuni nella realizzazione di nuove residenze per studenti.

Le continue mozioni dell’UDU in CNSU hanno posto il tema della casa tra le priorità assolute del Sindacato Studentesco, il quale ha promosso numerose azioni concrete e continue per migliorare le condizioni abitative degli studenti universitari in Italia.

Tasse universitarie e FFO

L'Università di Torino deve restituire 29 milioni

11 aprile 2024

Tassazione e finanziamento: vogliamo un’università accessibile

L’istruzione superiore dovrebbe essere un diritto, non un lusso. Eppure, le tasse universitarie in Italia restano tra le più alte d’Europa. Secondo una nostra ricerca pubblicata nel 2024, la tassa media annuale per gli studenti degli atenei pubblici varia tra 900€ e 1.000€, mentre per gli atenei privati si attesta a 3.408€. Inoltre, la stessa ricerca ha evidenziato che almeno 11 atenei applicano tasse superiori ai limiti stabiliti dalla legge, configurandosi come “tasse fuorilegge”.

Per questo, come UDU, ci battiamo da anni per rendere l’università più accessibile, riuscendo ad ottenere in passato un aumento della No Tax Area fino a 22.000 euro di ISEE su scala nazionale. Ora l’obiettivo è quello di estenderla ad almeno 30.000 euro in tutti gli atenei e ridurre la contribuzione fino a 40.000 euro di ISEE.

A fronte dell’indifferenza del Governo, abbiamo anche avviato ricorsi legali contro università che applicavano tasse illegittime. Un esempio significativo è rappresentato dall’Università di Torino, che è stata condannata dal Consiglio di Stato a restituire 39 milioni di euro agli studenti per tasse non dovute. Già in precedenza, avevamo ottenuto diverse condanne dell’Università di Pavia, la quale aveva imposto ripetutamente un livello di tassazione illegittimo ed è stata costretta a restituire 13 milioni.

Spazi sicuri e CAV

Sciopero transfemminista

8 marzo 2025

Molestie nelle università: un problema da affrontare subito

Dopo le denunce di diverse studentesse per molestie da parte di un docente dell’Università di Torino, il tema della sicurezza negli spazi universitari è finalmente entrato nel dibattito pubblico. Questo non è stato un caso isolato: episodi simili sono emersi in altri atenei, coinvolgendo docenti, personale tecnico-amministrativo e persino studenti tra loro.

L’episodio ha acceso i riflettori su una questione più ampia, spingendoci a indagare meglio la situazione. Ci siamo chiesti: quali strumenti esistono nelle università per supportare chi subisce violenze o molestie? Per rispondere, abbiamo diffuso un questionario tra le studentesse e gli studenti, per capire la loro percezione di sicurezza negli atenei e il grado di conoscenza dei servizi di supporto disponibili.

I risultati sono stati allarmanti: molte università non offrono sportelli antiviolenza, e dove esistono, pochi sanno della loro presenza. Inoltre, tantissimi studenti e studentesse hanno raccontato episodi di molestie, dimostrando quanto sia urgente introdurre percorsi di educazione al consenso, all’affettività e alla sessualità. Anche su questo punto abbiamo chiesto un parere alla componente studentesca, e la risposta è stata chiara: serve un cambiamento, e serve subito.

Parallelamente, abbiamo portato la discussione anche nel CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari), chiedendo l’attivazione diffusa di sportelli antiviolenza e l’introduzione di percorsi formativi obbligatori sul tema. Nonostante i pareri favorevoli, il Governo sembra restio a muoversi in questa direzione.

Noi, però, non ci fermeremo. Continueremo a portare avanti queste battaglie in tutti gli spazi possibili, affinché le università diventino finalmente ambienti sicuri per chiunque le frequenti.

Proroga anno accademico

Audizione in Senato sulla proroga

17 gennaio 2023

Una richiesta necessaria dopo l’emergenza pandemica

L’emergenza COVID-19 ha avuto un impatto enorme sulla carriera accademica di milioni di studenti e studentesse, privandoli della possibilità di frequentare spazi essenziali come aule, laboratori, biblioteche e luoghi di aggregazione. Questa situazione ha aggravato la precarietà, rendendo più difficile sostenere esami e seguire lezioni, con il timore costante di andare fuori corso, compromettendo sia il percorso di studi che la salute mentale.

Per questo, come Unione degli Universitari, ci siamo battuti per ottenere la proroga dell’Anno Accademico, presentando per due anni consecutivi (2021/2022 e 2022/2023) mozioni in CNSU e inviando emendamenti alla Commissioni Parlamentari. Queste iniziative si sono rivelate fondamentali per fare pressione sul Ministero e sul Governo, che alla fine hanno accolto le nostre richieste. Grazie al nostro impegno, è stata istituita una sessione di laurea straordinaria, permettendo agli studenti di laurearsi in corso senza dover pagare tasse aggiuntive.

Lo scorso anno accademico, purtroppo, la Ministra Bernini si è opposta fermamente alla proroga e l’emendamento da noi richiesto è stato bocciato. In alcuni atenei siamo riusciti a ottenere rimborsi o esenzioni dalle tasse per coloro che si sono laureati nella sessione straordinaria di giugno.

Non smetteremo di lottare per garantire che tutti e tutte possano studiare in condizioni eque, senza ostacoli economici o burocratici che mettano a rischio il loro futuro accademico. Coerentemente, l’Udu continua ad opporsi contro qualsiasi penalizzazione degli studenti fuoricorso!

Tirocini retribuiti

Manifestazione ottobre 2023

10 ottobre 2023

A favore di un diritto alla giusta retribuzione

L’Unione degli Universitari ha sempre sostenuto una posizione chiara riguardo ai tirocini: la formazione non può essere sfruttamento. Se non retribuito, un tirocinio si trasforma in lavoro non riconosciuto e senza diritti.

Nel corso degli anni, l’UDU si è mobilitata più volte su questo tema. All’interno del CNSU, abbiamo presentato una mozione che richiedeva al Ministero i dati dettagliati sui tirocini curriculari ed extracurriculari, con l’obiettivo di riformare l’ordinamento esistente. Inoltre, abbiamo portato la nostra posizione alla Camera dei Deputati, in vista dell’emanazione delle direttive europee sui tirocini e stage. L’UDU ha sottolineato l’urgenza di adottare linee guida nazionali che eliminino le disparità tra le regioni riguardo alla retribuzione dei tirocini extracurriculari. È emersa anche una preoccupazione maggiore per la scarsa o inesistente tutela dei tirocinanti, un problema che non può più essere ignorato.

Un sistema che non garantisce uniformità e giuste tutele per gli studenti che svolgono un tirocinio, offrendo di fatto prestazioni lavorative, non è più accettabile. È necessario un intervento nazionale che assicuri a tutti gli studenti in tirocinio una retribuzione adeguata e una protezione giuridica.

Salute mentale

Manifestazione Roma DCA 6

Davanti al Ministero della Salute

19 gennaio 2024

Un tema centrale per la nostra generazione

Nelle nostre università la tutela della salute mentale non è una priorità: le figure di supporto psicologico sono per lo più inesistenti e, laddove presenti, sono sottodimensionate e non riescono a coprire la platea richiedente. Le liste d’attesa per un incontro hanno toccato picchi di 6 mesi, rendendo il supporto psicologico decisamente inaccessibile.

Abbiamo deciso di occuparci della questione attraverso un’indagine sulle esigenze reali della comunità studentesca che rappresentiamo. Ne sentivamo l’esigenza: la nostra generazione è stata la prima a concentrarsi sull’importanza della tutela della salute mentale in tutti gli spazi che vive. E questo non perché il tema del disagio sia legato esclusivamente a una generazione, ma perché probabilmente la nostra ha avuto gli strumenti e i tempi giusti per occuparsene.

Il periodo del COVID è stato segnato dall’isolamento, dalla solitudine, spesso facendoci ripiombare in situazioni familiari di difficile gestione, dovendo comunque portare avanti il percorso di studi a distanza. In questi momenti è emersa una riflessione complessiva sul sistema entro cui si inserisce la formazione, fatto di performativitá, meritocrazia esasperata e rincorsa ai modelli perfetti. La pandemia ha portato quindi a sperimentare nuove forme di didattica e di apprendimento in generale, che hanno però contribuito a esacerbare una condizione psicologica difficile già in partenza della nostra generazione.

Le oltre 30mila risposte al questionario ci hanno presentato un quadro chiarissimo: la maggior parte delle persone sentiva l’esigenza di una qualche forma di tutela per la salute mentale e riconosceva nel sistema di istruzione una fonte di ansia e stress fondamentale. È proprio dai luoghi di formazione che abbiamo scelto di partire, strutturando una proposta di legge che stabilisse la presenza obbligatoria di figure di supporto psicologico in scuole e università.

Abbiamo chiesto – anche attraverso il CNSU – la presenza nelle scuole di un team multidisciplinare di supporto che fosse in grado di occuparsi della salute mentale a 360 gradi; nelle università, chiedevamo lo stanziamento di fondi sufficienti a garantire la presenza di un numero adeguato di figure di sostegno, sulla base delle dimensioni dell’ateneo. Mentre la maggioranza intendeva però il supporto psicologico come mero strumento di supporto alla carriera accademica, noi sentivamo l’esigenza di partire dai luoghi del sapere credendo fermamente che il supporto psicologico debba essere fisicamente presente nei luoghi più frequentati dai soggetti sui quali intenda operare, così da renderlo facilmente accessibile.

Due anni dopo, nel disinteresse totale del Governo, ci troviamo ancora senza fondi attribuiti e senza un piano nazionale. Abbiamo dovuto prendere delle contromisure: abbiamo raccolto la sfida sui territori, lavorando negli organi maggiori delle Università, in concerto con le Regioni, le Province e i Comuni, affinché si riuscisse a garantire in quanti piú territori possibile, la presenza di figure di supporto.

Oggi registriamo con gioia la presenza di una qualche forma di legge regionale sugli psicologi nei luoghi di formazione in Abruzzo, Lombardia, Puglia e Sardegna. Nonostante ciò, non possiamo che riconoscere l’estrema differenza delle normative: in assenza di indicazioni nazionali e fondi sufficienti, gli atenei devono fare affidamento sui propri bilanci, contribuendo a comporre un quadro di disomogeneità.

La strada da percorrere è ancora tanta, la necessità di una legge nazionale è più urgente che mai. Il nostro compito sarà sempre quello di batterci affinché la salute mentale sia una priorità di investimento.

Voto fuorisede

Flash mob davanti alla Camera

22 febbraio 2025

Una battaglia per il diritto di voto

Ad ogni appuntamento elettorale, studenti e studentesse fuori sede si trovano a dover scegliere tra spendere centinaia di euro per tornare nel proprio comune di residenza oppure votare. Questa situazione limita di fatto il loro diritto di voto. Negli anni, come Unione degli Universitari, non ci siamo accontentati di richiedere sconti maggiori per i viaggi elettorali. Abbiamo promosso l’approvazione di una legge che consenta finalmente a studenti, dottorandi, specializzandi e lavoratori di votare fuori sede. Attraverso il CNSU abbiamo ripetutamente sollecitato il Governo.

Recentemente, abbiamo intensificato le nostre proteste per portare l’attenzione su questo tema cruciale. Il 22 febbraio 2025, insieme alla Rete degli Studenti Medi, abbiamo organizzato un flash mob a Roma per chiedere al governo di garantire il diritto costituzionale al voto a milioni di cittadini fuori sede. In quell’occasione, abbiamo sottolineato come l’Italia, insieme a Malta, sia l’unico paese dell’Unione Europea a non aver ancora adottato una legge per il voto fuori sede. Abbiamo inoltre evidenziato che una proposta di legge in merito è bloccata da 20 mesi in commissione al Senato.

Nonostante la situazione sia stata sbloccata per le europee 2025 e il referendum 2025, ad oggi queste iniziative appaiono insufficienti e non risolvono il problema in modo definitivo e facilmente accessibile. Continueremo a batterci affinché venga approvata una legge che garantisca a tutti i cittadini fuori sede il pieno esercizio del diritto di voto, senza dover affrontare ostacoli economici o logistici.

Ambiente

Numerose le manifestazioni sull'ambiente

Un impegno per la sostenibilità ambientale

L’UDU ha avviato un progetto in collaborazione con la Fillea CGIL, il sindacato dei lavoratori edili, con l’obiettivo di promuovere un’edilizia universitaria sostenibile e di qualità. Questa partnership punta a migliorare le infrastrutture universitarie, creando ambienti più sicuri e sostenibili per gli studenti.

L’UDU si è inoltre interfacciata con la RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile), una rete che coinvolge gli atenei italiani impegnati nella promozione della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. La RUS facilita il coordinamento e la condivisione di buone pratiche tra le università per accelerare l’implementazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Inoltre, l’UDU ha bloccato accordi tra università e aziende altamente inquinanti, come ENI, che continua a collaborare con diverse università e centri di ricerca. L’UDU si impegna a garantire che gli atenei non promuovano partnership con realtà che non rispettano gli standard di sostenibilità ambientale.

Esteri

La protesta degli studenti ad Atene

febbraio 2024

Sostegno e solidarietà internazionale

Nel dicembre 2024, l’UDU ha inviato una lettera alla Ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, e al Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per esprimere preoccupazione riguardo al mancato rilascio dei visti di studio a centinaia di studenti provenienti da Iran e Turchia. Questo impedimento ha ostacolato il loro arrivo in Italia per proseguire gli studi universitari. L’UDU ha chiesto un intervento urgente per risolvere la situazione e garantire il diritto allo studio di questi studenti.

Nel gennaio 2024, l’UDU ha anche aderito alla campagna internazionale di solidarietà con il movimento studentesco greco, schierandosi contro il progetto del governo greco di modificare la Costituzione per introdurre università private. L’UDU ha espresso pieno sostegno alle proteste degli studenti, ribadendo l’importanza di un sistema educativo superiore pubblico, gratuito e accessibile a tutti.