Mancano 300.000 insegnanti
Il DPCM per la formazione, senza risorse
Di fronte a questo scenario lo Stato avrebbe il dovere di investire in questo settore dando valore allɜ insegnanti e incentivando lɜ studentɜ ad intraprendere questo percorso. Dal DPCM sull’accesso all’insegnamento risulta invece palese la volontà del Governo che va nella direzione opposta rispetto a quella auspicata e necessaria. I corsi abilitanti obbligatori che partiranno da questo anno accademico previsti dal decreto, infatti, puntano ad allungare la carriera accademica dellɜ futurɜ insegnanti di un anno, senza coperture a livello di diritto allo studio, senza nessuno strumento di supporto, ma anzi con dei prezzi totalmente inaccessibili, parliamo di 2.500 euro a persona. Per coprire la formazione dellɜ insegnanti mancanti nel nostro Paese il Governo dovrebbe stanziare più di 800 milioni di euro, ma con il DPCM non è previsto alcun onero finanziario a carico dello Stato. Diventare insegnante non può essere un lusso, con questo decreto viene istituzionalizzata una delle norme più discriminatorie in ambito accademico degli ultimi anni. Con questa guida ci poniamo l’obiettivo, come Unione degli Universitari, di spiegare passo passo come saranno strutturati questi corsi, per dare gli strumenti necessari a tuttɜ per comprendere come e perché questo sistema fa acqua da tutte le parti.
60 CFU: cosa prevede la riforma?
Il DPCM del 4 agosto 2023 prevede l’istituzione dei nuovi percorsi di formazione iniziale per l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. In particolare, il Decreto presenta 4 percorsi differenti:
- Percorso abilitante 60 CFU,
- Percorsi abilitanti da 30 CFU per docenti abilitati su altro grado e/o classe di concorso oppure specializzati in sostegno;
- Percorsi abilitanti da 30 CFU per chi ha maturato 3 anni di servizio;
- Percorsi formativi da 36 CFU per chi ha già conseguito i 24 previsti precedentemente.
Cosa resta dei 24CFU?
Con la Legge Buona Scuola nel 2017 sono stati inseriti i percorsi da 24 CFU per diventare insegnante. I 24 CFU dovevano essere conseguiti entro il 31 ottobre 2022 e dovevano essere inerenti ad almeno 3 dei 4 settori scientifico-disciplinari indicati dal Ministero:
- M-PED/01 Pedagogia generale e sociale;
- M-PSI/04 Psicologia dell’educazione
- M-DEA/01 Antropologia culturale
- M-PED/03 Metodologie e tecnologie didattiche.
Chi ha conseguito i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 può partecipare ai concorsi entro il 31 ottobre 2024, recuperando i rimanenti 36 in un secondo momento.
Quanto costeranno i corsi?
Per i 60 CFU è previsto un costo massimale di 2.500 euro, per i corsi da 30 un massimale di 2.000, mentre per chi dovrà conseguire esclusivamente la prova finale il massimale è previsto a 150 euro.
I corsi saranno a frequenza obbligatoria?
La frequenza sarà obbligatoria per il 70% per quanto riguarda tutte le attività formative erogate nei corsi. Per i primi due anni accademici (2023/2024 e 2024/2025), sarà prevista la possibilità per gli atenei di erogare fino al 50% delle ore totali in modalità telematica sincrona per tutti i corsi, mentre i laboratori e i tirocini dovranno essere svolti esclusivamente in presenza.
Cosa prevede la prova finale?
La prova finale consisterà in una prova scritta e in una lezione simulata. La prova scritta sarà formata da un’analisi sintetica di episodi, casi, situazioni e problematiche verificatisi durante il tirocinio diretto. La lezione simulata, invece, si baserà su un argomento scelto dalla commissione e comunicata al candidato con 48 ore di anticipo. La commissione che valuterà la prova finale sarà composta da due docenti del centro, un componente dell’USR e un esperto esterno (che può corrispondere anche al tutor di tirocinio).
Quali sono le richieste dell'UDU?
Attraverso lɜ nostrɜ rappresentantɜ in Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, abbiamo presentato nella seduta del 21 dicembre 2023 le nostre proposte di modifica al DPCM sui 60 CFU. I percorsi sono stati strutturati senza un reale coinvolgimento delle rappresentanze studentesche. Dopo il fallimento del PF24, sarebbe stato necessario rivedere i corsi in toto per poter creare dei percorsi accessibili e realmente formativi.
I percorsi per l’accesso all’insegnamento, presentati nel DPCM del 4 agosto 2023, risultano totalmente inaccessibili, ma insegnare non può essere un lusso! Lɜ studentɜ che vogliono insegnare non possono trovarsi a dover allungare gli studi di un anno, dovendo affrontare dei percorsi da 2.500 euro, probabilmente cambiando anche regione, considerando che non tutti i centri attiveranno tutte le classi di laurea. Oltretutto questi corsi, prevedendo una parte di tirocinio, saranno svolti in accordo con gli Uffici Scolastici Regionali. Il MIM e il MUR hanno decretato che i posti disponibili devono essere almeno pari al fabbisogno individuato dagli USR, di fatto inserendo il numero chiuso, creando così un ulteriore ostacolo a chi vuole insegnare in Italia.
Dove posso conseguire i 60 CFU?
Nell’intero territorio nazionale sono in fase di istituzione dei Centri didattici, che si appoggeranno ad Atenei e istituti AFAM, che erogheranno i corsi, qui sotto riportiamo la lista con la divisione su base regionale.
- ABRUZZO: Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi G. D’Annunzio Chieti -Pescara, Università degli Studi di Teramo
- BASILICATA: Conservatorio di Potenza
- CALABRIA Università della Calabria, Università Magna Grecia di Catanzaro, Università Mediterranea di Reggio Calabria
- CAMPANIA: Università Federico II Napoli, Università di Napoli L’Orientale, Università Suor Orsola Benincasa, Università degli Studi di Salerno, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
- BASILICATA: Università degli Studi della Basilicata, Conservatorio di Matera
- EMILIA ROMAGNA: Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini Bologna, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Ferrara, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma
- FRIULI VENEZIA GIULIA:
Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine - LAZIO: Università LUMSA, Università Europea di Roma,, Universitas Mercatorum, Università Telematica San Raffaele, Università degli Studi Roma Tre, Conservatorio di Musica “O.Respighi” di Latina, Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Università La Sapienza, Tor Vergata, Università degli studi della Tuscia, Università degli Studi di Roma Foro Italico, LinK Campus, UniCamillus, UniNT
- MOLISE: Università degli Studi del Molise
- LIGURIA: Università degli Studi di Genova, Conservatorio di Musica G. Puccini La Spezia
- LOMBARDIA: Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Brescia, Conservatorio Luca Marenzio Brescia e sezione di Darfo, Università degli studi di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, Brescia e Piacenza, Università degli Studi di Milano Bicocca, Conservatorio di Como, Accademia di Brera Milano, Università di Pavia
- MARCHE: Università di Camerino, Università di Macerata, Università degli Studi di Urbino, Conservatorio di Musica Gioachino Rossini di Pesaro
- PIEMONTE: Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi Torino, Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Università degli Studi di Torino, Accademia Belle Arti Cuneo
- PUGLIA: Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Università degli Studi di Foggia, Università del Salento
- SARDEGNA: Università degli Studi di Sassari, Università degli Studi di Cagliari
- SICILIA: Università degli Studi di Catania, Università degli Studi di Enna, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Palermo, Conservatorio di Musica Alessandro Scarlatti Palermo, Conservatorio di Musica Arcangelo Corelli Messina
TOSCANA: Università degli studi di Firenze, Conservatorio di Musica Cherubini Firenze, Università di Pisa, Università di Siena, Università per Stranieri di Siena - TRENTINO ALTO ADIGE: Università di Trento, Università di Bolzano
UMBRIA: Università degli Studi di Perugia
VENETO: Conservatorio di Musica Antonio Buzzolla, Università di Verona, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Venezia
Come saranno strutturati i percorsi da 60CFU?
I percorsi saranno divisi in 40 CFU teorici e 20 CFU di tirocinio, come riportato nella seguente tabella:
Tirocinio | 20 CFU (15 diretto, 5 indiretto) |
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Area Pedagogica | 10 CFU |
Formazione inclusiva delle persone con BES | 3 CFU |
Disciplina di area linguistico-digitale | 3 CFU |
Disciplina psico-socio-antropologiche | 4 CFU |
Metodologie didattiche: introduzione ai modelli di mediazione didattica per la secondaria | 2 CFU |
Didattiche delle discipline e metodologie delle discipline di riferimento (delle classi di concorso) | 16 CFU |
Discipline relative all’acquisizione di competenze nell’ambito della legislazione scolastica | 2 CFU |